Una coppia di astronomi di Yale ha ipotizzato che Oumuamua sia un residuo primordiale formato da idrogeno congelato
Secondo quanto è emerso da una nuova ricerca , Oumuamua, lo strano oggetto cosmico a forma di sigaro scoperto due anni fa, potrebbe essere sorto da una nuvola interstellare, dove a volte nascono le stelle. Sono passati due anni e mezzo da quando gli astronomi delle Hawaii scoprirono questo strano “intruso” che stava sfrecciando attraverso il nostro sistema solare seguendo una traiettoria molto lontana dal nostro pianeta. Furono tante le ipotesi oggetto di studio. Si ipotizzò inizialmente che potesse trattarsi di una vela solare o addirittura di una astronave aliena. Oggi Oumuamua, il termine hawaiano che vuol dire “scout”, è ormai scomparso e si sarebbe perso tra le orbite di Saturno e Nettuno, ma il dibatto in seno agli astronomi sull’identità di questo strano oggetto è ancora vivo e attuale.
Le ipotesi iniziali che sono state scartate
Molti astronomi ipotizzarono che potesse trattarsi di un asteroide interstellare, un pezzo di roccia proveniente da un altro sistema stellare. Alcuni astronomi ritennero potesse essere una cometa, anch’essa lanciata da una stella lontana e da un sistema planetario. L’ipotesi più bizzarra fu quella di un artefatto alieno, una sonda abbandonata come la gigantesca astronave nel romanzo di Arthur C. Clarke “Rendezvous With Rama” o un frammento di un pianeta che è stato strappato via da un’interazione o collisione gravitazionale.
Potrebbe trattarsi di un residuo primordiale
Ora una coppia di astronomi di Yale ha ipotizzato invece che Oumuamua non sia né un asteroide né una cometa. Piuttosto, una sorta di iceberg cosmico: un pezzo di idrogeno congelato. Un residuo primordiale, che non proviene affatto da un altro sistema planetario o stellare ma da un luogo e un tempo in cui stelle e pianeti non esistevano ancora: il profondo, oscuro nucleo di una nuvola interstellare che fa ombra al paesaggio stellate della Via Lattea. Anche se questa è una tesi meno affascinante dell’ipotesi di una astronave aliena, se la valutazione si rivelasse azzeccata, fornirebbe agli astronomi una visione diretta dei vivai stellari, una parte dell’universo alla quale la tecnologia umana non ha avuto ancora accesso.
Come si sarebbe formato
Queste nuvole, composte principalmente da idrogeno molecolare, relitto del Big Bang, possono contenere la massa di decine di migliaia di soli e coprire centinaia di anni luce. Al loro centro, dove nessun sole splende ancora, protette dalle radiazioni, la temperatura può precipitare di qualche grado sopra lo zero assoluto, abbastanza fredda da permettere all’idrogeno stesso di congelare. A loro volta, queste particelle congelate si attaccano a piccoli granelli di polvere interstellare, formando in poche migliaia un cubetto di ghiaccio largo 1.000 piedi.
Come ha ammesso l’astronomo Darryl Seligman “Oumuamua è ormai scomparso da tempo e non è osservabile in alcun modo” ma se davvero si fosse trattato di un iceber cosmico, sicuramente materia di trattazione per strutture come il nuovo Osservatorio Vera Rubin in Cile. L’Agenzia spaziale europea sta lavorando ad un progetto chiamato Comet Interceptor, un veicolo spaziale che sarebbe parcheggiato nello spazio vicino alla Terra, in grado di poter osservare comete e altri oggetti vaganti che attraversano la Via Lattea.
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