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Mercoledì 13 Novembre
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Oumuamua proviene da un universo alieno? Ecco le ultime scoperte

L'asteroide Oumuamua potrebbe provenire da un Universo "alternativo": ecco le sue caratteristiche e le teorie sulla provenienza

Oumuamua proviene da un universo alieno? Ecco le ultime scoperte
Oumuamua proviene da un universo alieno? Ecco le ultime scoperte - Foto Global Science

Oumuamua proviene da un universo alieno? Ecco le ultime scoperte

L’asteroide Oumuamua potrebbe provenire da un universo alieno: la roccia spaziale che si trova nel nostro Sistema Solare, ed è costantemente sotto osservazione degli astronomi dopo l’esser stata scoperta due anni fa, potrebbe esser stata “strappata” ad un corpo celeste esterno per poi venir poi “inglobata” dal nostro Universo. Una dimostrazione dell’appartenenza di Oumuamua ad un altro “mondo” proviene dallo studio di alcuni ricercatori, riportato sulla rivista Nature Astronomy, in cui si analizza il movimento di questo “sigaro” (la strana forma che ha) e il suo strano avvicinamento al Sole, in controtendenza con gli altri corpi celesti di nostra conoscenza. Che cosa significa ciò nel dettaglio (appurato che questo asteroide non è pericoloso per la Terra).

Cosa si sa di Oumuamua

Oumuamua, noto anche come 2017 U1 e il cui nome significa “messaggero da un lontano passato”, si muove a una velocità incredibile di 87 km/s (come riscontrato da osservazioni con il telescopio Pan-STARRS alle Hawaii) e, la cosa più strana, è composta da alcune materie che lasciano pensare, appunto, a una stella aliena: Oumuamua infatti non ha una coda ghiacciata ma secca, risultando poi essere un corpo celeste denso e roccioso. Perché? A causa dello scioglimento di una parte della sua composizione una volta che si avvicina a una Stella e del suo ricongelamento quando vi si allontana, come fosse un castello di sabbia, il che avrebbe anche contribuito alla “forma a sigaro” che ha sviluppato. É poi il suo transitare troppo vicino al Sole che ha stupito i ricercatori e avvalorato la tesi della sua appartenenza a un Universo diverso dal nostro.

Altre curiosità su Oumuamua

Oumuamua è stato scoperto il 18 ottobre 2017 da Rob Weryk, un membro del team che lavora al Pan-STARRS, e alcuni giorni dopo sono state scoperte immagini di prescoperta risalenti al 14 e al 17 ottobre 2017. Esso ha raggiunto il punto di massima vicinanza al Sole, 38 milioni di km, il 9 settembre 2017 e la minima distanza dalla Terra, circa 24 milioni di km, il 14 ottobre 2017, quattro giorni prima di essere scoperto.  ur non essendo disponibili sufficienti dati tali da determinare da quale sistema stellare provenga l’asteroide, uno studio basato sulla sua composizione farebbe supporre che Oumuamua possa provenire da una coppia di stelle orbitante intorno ad un centro comune di massa.

Scoperta la galassia che emette onde radio: ecco qual è e dove si trova

Esiste una galassia in grado di emettere onde radio. Non è un film di fantascienza ma una vera e propria scoperta effettuata da un team internazionale di ricercatori. Nell’Universo sconfinato, infatti, i due lobi di una galassia molto lontana dal pianeta Terra sono in grado di emettere onde radio ed entrare in collegamento tramite un campo magnetico, un fenomeno particolare che finora non si era mai visto. Questa galassia è chiamata ESO 137-006, come riporta la rivista Astronomy and Astrophysics, si trova nell’Ammasso del Regolo nel cielo australe, a 250 milioni di anni luce da noi, ed ha letteralmente stupito gli scienziati con un evento astronomico fino a pochi giorni fa inimmaginabile.

I dettagli della scoperta

La galassia ESO 137-006 è stata osservata attraverso il radiotelescopio speciale MeerKAT da un team di esperti coordinato da Mpati Ramatsoku della Rhodes University (Sudafrica) e associata all’INAF di Cagliari: lo studio, pubblicato nella rivista citata nel paragrafo precedente, dimostra come questa galassia ospiti un buco nero supermassiccio da cui nascono e si propagano due estesi e luminosi “lobi” di emissione radio. Gli astronomi si sono trovati davanti a veri e propri filamenti multipli di emissione radio estremamente collimati che collegano i due lobi della galassia. Il nuovo traguardo dei ricercatori sarà ora studiare questi filamenti per comprendere le dinamiche attraverso le quali sono i grado di emettere onde radio e campi magnetici.

Le parole degli esperti

Siamo rimasti sorpresi – ha dichiarato Matteo Murgia, ricercatore di Cagliari e tra i collaboratori dello studio – nell’osservare questi filamenti così collimati: si tratta di un fenomeno totalmente nuovo rispetto a quanto già conoscevamo di questa classe di AGN. La loro emissione è probabilmente radiazione di sincrotrone, dove le onde radio sono prodotte da elettroni ad alta energia che si muovono a spirale in un campo magnetico”. “Tuttavia – ha concluso Murgia – al momento non abbiamo idea di quando e perché questi canali si siano formati, né del perché siano così collimati e uniformi”. Il team di esperti è tuttora al lavoro per approfondire lo studio dei filamenti di questa “radio galassia”.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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