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Giovedì 14 Novembre
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Questi inquietanti suoni potrebbero essere una vera onda sonora da un buco nero supermassiccio

Nel 2003 gli scienziati hanno fatto una scoperta molto interessante: su alcune onde acustiche provenienti da una fonte distante 250 milioni di anni luce

Questi inquietanti suoni potrebbero essere una vera onda sonora da un buco nero supermassiccio
Onde gravitazionali, ecco i risultati di una importante scoperta

Ecco la nuova scoperta degli scienziati su alcune onde acustiche provenienti da una fonte distante oltre 250 milioni di anni luce

Anche se i suoni nello spazio non sono facilmente udibili, ciò non vuol dire che non esistono. Nel 2003, infatti, gli scienziati hanno fatto una scoperta molto interessante: delle onde acustiche che, a differenza di tutte quelle fino ad oggi conosciute, si propagano direttamente nel gas e si trovano ad oltre 250 milioni di anni luce di distanza dalla Terra. Sono ben al di sotto della soglia udibile da parte dell’orecchio umano ma un recente studio è riuscito ad estrapolarle e portarle a 58 ottave, così da essere percepibili. È la prima volta che si riesce in un’operazione del genere perché prima di questo esperimento, gli studiosi erano riusciti a rilevare un suono a 57 ottave.

Le onde sarebbero alla base della formazione di ammassi di galassie

Questa scoperta delle onde, però, non è solo una curiosità scientifica ma ha anche altri importanti risvolti. Le onde sonore, infatti, hanno la caratteristica di riscaldare l’intracluster perché hanno la capacità di condurre energia verso il nucleo del plasma. Visto che la temperatura è direttamente coinvolta nella formazione delle stelle, le onde sarebbero responsabili sul lungo periodo della formazioni di ammassi di galassie: da ciò si evince più chiaramente l’importanza della scoperta dei suoni delle onde, visto che sono rilevabili attraverso la quantità di calore.

Il lavoro svolto dall’Osservatorio a raggi X Chandra

L’intracluster, infatti, è molto brillante e proprio per questo motivo è rilevabile ai raggi X grazie alla sua lucentezza. Proprio per tale motivo l’Osservatorio a raggi X Chandra è riuscito non solo a percepire le onde sonore ma pure a portare avanti l’importante progetto di sonificazione delle stesse. Ciò che è accaduto al super buco nero Perseo, però, non è un fatto isolato perché una vicenda molto simile è stata vissuta anche da un altro buco nero, l’M87*, che non solo è stato rilevato dall’Event Horizon Telescope ma è stato percepito anche con altri strumenti molto differenti fra loro, fra i quali Chandra per i suoi raggi X e l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array che invece è in grado di rilevare le lunghezze d’onda radio. CONTINUA A LEGGERE..

La comunità scientifica approfondità con nuovi studi

Dalle rilevazioni che sono state fatte, si è subito capito che quelle di M87* erano onde sonore differenti rispetto a quelle di Perseo ma si tratta comunque di una scoperta scientifica importantissima che aiuterà gli esperti ad avere un quadro più chiaro per quanto riguarda la natura e la formazione dei buchi neri. La Comunità scientifica, quindi, proseguirà su questa strada e con tali strumenti di rilevazione anche per dare validità al metodo di rilevazione delle onde.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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