Rilevata la presenza di una strana aurora ultravioletta attorno a una cometa: ecco di che si tratta
L’aurora alla quale siamo abituati, quel bagliore di particelle ionizzate che danzano nell’atmosfera più alta della Terra creando un effetto ottico ben noto, non è l’unica esistente ma ce ne potrebbero essere altre. Lo stesso fenomeno, infatti, è stato notato nelle atmosfere di tutti gli altri pianeti, eccetto Mercurio, ma anche le lune intorno a Giove, ossia Europa e Gianimede, ne hanno una. Mai però fino ad ora era stata notata un’aurora su una cometa. Grazie alla sonda Rosetta, che ha raccolto molti dati interessanti, è stato rivelato un brillare di radiazioni aurorali ultraviolette lontane intorno alla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko. IL TITANIC É AFFONDATO A CAUSA DI UN’ERUZIONE SOLARE? ECCO LA TESI
I dettagli della ricerca
Secondo Jim Burch, un fisico che lavora presso il “Southwest Research Institute” di San Antonio (Texas, USA), individuare delle aurore intorno ad una cometa è un fatto eccezionale che apre il campo a molte ipotesi interessanti. Va sottolineato che su ogni pianeta l’aurora si forma grazie all’interazione di alcune particelle cariche con l’atmosfera ma su ogni pianeta avviene in modo differente. Ad esempio sulla Terra, l’interazione delle particelle cariche avviene nella magnetosfera grazie al vento solare mentre su Marte la stessa attività si rileva in un’atmosfera molto più sottile. Se si prende in esame Giove, si può notare come l’interazione non sia favorita dal vento solare ma da un altro meccanismo, al momento ancora sconosciuto, che gli esperti stanno tentando di decodificare grazie alla presenza di alcuni campi magnetici. La situazione che si presenta sulla cometa 67P, però, è molto differente perché non sono presenti neanche deboli campi magnetici quindi non si riesce a capire da cosa sia causata l’aurora. Gli esperti pensano che in qualche modo la stessa sia favorita dalla presenza di elettroni del vento solare che rompono la molecola dell’acqua e del ghiaccio e crea questo incredibile fenomeno. C’É GHIACCIO FRESCO SU UNO DEI SATELLITI DI SATURNO: ECCO LO STUDIO
Gli esami dei ricercatori
Lo staff di esperti ha voluto riprodurre il fenomeno in laboratorio per potersi spiegare meglio l’accaduto: ricreando una cometa debolmente degassante è stato scoperto che le linee del campo magnetico interplanetario, che si creano intorno alla cometa, sono sufficienti per fornire un percorso velocizzato per gli elettroni del vento solare che vengono così incanalati in un pozzo nato da un campo elettrico attorno al nucleo della cometa, prodotto dal plasma della cometa stessa. Nonostante questa spiegazione sia abbastanza logica, i ricercatori hanno potuto constatare che questa situazione si verifica esclusivamente intorno alla cometa 67P, rendendo il mistero ancora più fitto. UN ASTEROIDE STA ORBITANDO ATTORNO AL SOLE: ECCO COSA STA SUCCEDENDO
La presenza di una strana sostanza chimica nelle nuvole di Venere potrebbe preludere all’esistenza di forme di vita
C’è vita su Venere? Forse sì, stando a quanto emerso da un nuovo studio che ha focalizzato la propria attenzione sul pianeta caldo e gassoso. In particolare a dare questo suggerimento è stato il rilevamento, lo scorso 14 settembre 2020, di un’impronta chimica di fosfina, sostanza chimica che secondo gli scienziati potrebbe essere legata a forme di vita. Tutto è partito dalla scoperta di Jane Greaves, astronoma dell’Università di Cardiff, e del suo team; l’osservazione di Venere mediante i suoi potentissimi telescopi risale al 2017, ma i dati raccolti erano stati lasciati in archivio per una valutazione senza fretta.
Cosa si è scoperto
Il 14 settembre scorso vennero rielaborati ed ecco la scoperta delle scie di fosfina. La sostanza è composta da un atomo di fosforo e da tre di idrogeno ed è una molecola strettamente legata alla vita. Potrebbe infatti essere l’impronta digitale di qualche microrganismo; la molecola infatti è chimicamente uno scarto metabolico di microrganismi. Venere non è un pianeta ospitale ed è soggetto a temperature elevatissime che renderebbero proibitiva ogni possibile presenza di forme di vita, anche primordiali. Le sue nuvole però, dove appunto è stata scoperta una traccia di fosfina, hanno temperature notevolmente più basse e la pressione è simile a quella della Terra. Questo ritrovamento attuale è stato più che altro un monito, un incoraggiamento a studiare maggiormente il pianeta Venere, più che la scoperta in sé di possibili forme di vita: questo almeno è ciò che affermano gli scienziati e gli esperti del settore.
Fosfina e vita su Venere: la chimica risponde
Non c’è che dire la fosfina, o fosfuro di idrogeno, è diventata la sostanza chimica più chiacchierata degli ultimi giorni, ma la sua scoperta non basta per affermare con certezza la presenza di vita su Venere. I batteri terrestri infatti la producono assorbendo fosfato dai minerali o da materiale biologico, aggiungendo l’idrogeno ed espellendo gli scarti sotto forma di fosfina. Se lo stesso procedimento si potesse verificare sul pianeta Venere di sicuro questi organismi sarebbero molto differenti da quelli terrestri, ma potrebbero essere sorgenti di fosfina atmosferiche.
Le conclusioni
Senza dubbio la scoperta di scie chimiche di fosfina su Venere non può lasciare indifferente e di fatto si tratta di un rilevamento molto significativo dal punto di vista astronomico. Ad affermarlo è la stessa equipe di studiosi e scienziati coinvolti nel progetto della Dottoressa Jane Greaves questo. Al momento non è possibile escludere nulla circa i modi e le cause per le quali si potrebbe essere formata della fosfina proprio nelle nubi venusiane. Allo stesso modo il team sostiene che la vera conferma della presenza di vita sul pianeta richiede un lavoro ulteriore come ad esempio l’utilizzo di un nuovo telescopio, l’Extremely Large Telescope. Si attendono quindi sviluppi e chissà che presto non si abbiano nuove conferme o smentite in materia.
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