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Mercoledì 13 Novembre
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Scoperta misteriosa particella fantasma che non proviene da un buco nero

Ecco una scoperta misteriosa documentata da una ricerca pubblicata sul The Astrophysical Journal

Scoperta misteriosa particella fantasma che non proviene da un buco nero
Buco nero - Foto Pixabay

Ecco i risultati di una ricerca pubblicata sul The Astrophysical Journal

Una recente ricerca scientifica, pubblicata qualche settimana fa sulla rivista di settore The Astrophysical Journal, ha portato alla luce un evento molto particolare che apre un nuovo capitolo della storia dei buchi neri. Si è scoperto, infatti, che un neutrino ad alta energia, la cui origine fino a quel momento era stata ricondotta ad una collisione fra un buco nero e una stella, in realtà è nata da un evento molto più banale. Le onde radio emesse da questo incontro, conosciute con il nome di AT2019dsg, non hanno abbastanza energia per riuscire a produrre a distanza di tempo il neutrino, quindi si è trattato di un fatto puramente casuale.

La spiegazione di un esperto

Kate Alexander, astronoma della Northwestern University, ha spiegato come la morte di una stella per l’impatto con un buco nero sia da considerare un evento imprevedibile, che non avviene sempre nello stesso modo ordinato, ma in generale produce una luminosità eccezionale. Quando la stella viene attirata dalla forza del buco nero, prima si allunga, poi si disintegra in mille pezzi. Metà di essi sono inghiottiti dal buco nero, l’altra vaga nello spazio, come è avvenuto a AT2019dsg che altro non è che una parte dei detriti provenienti dalla frammentazione di una stella finita in un buco nero. Il neutrino che è stato osservato nei pressi di AT2019dsg, però, non avrebbe la stessa origine ma la sua presenza darebbe un fatto del tutto casuale.

La domanda che gli scienziati si pongono

L’osservazione fatta a proposito della sua natura, nasce da una semplice domanda che gli scienziati si sono posti: se effettivamente AT2019dsg avesse fatto parte di una stella, perché non sono stati individuati prima d’ora altri neutrini associati a diverse supernova? Da questa domanda è scaturito l’intero ragionamento che ha portato a capire che per generare un neutrino di quel tipo, l’energia del deflusso avrebbe dovuto essere almeno mille volte maggiore. CONTINUA A LEGGERE..

Gli interrogativi ancora senza risposta

Gli interrogativi e i dubbi che sono connessi a questa scoperta, però, sono tuttavia numerosi, anche perché il buco nero ha ancora una certa forza e si sta nutrendo di materia, quindi le particolarità che potranno essere scoperte su di lui sono davvero innumerevoli e non basta certo uno studio di 500 giorni per trovarle tutte. Proprio per questo motivo la Dott.ssa Yvette Cendes del Centro di Astrofisica di Harvard, che è a capo del progetto, ha preannunciato che la sua osservazione sarà attiva ancora per lungo tempo e che il gruppo di ricercatori possa presto dare una risposta sulla casualità dei due eventi.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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