Scoperti buchi neri "echeggianti" all'intero della Via Lattea: la spiegazione degli scienziati

Si tratta di fenomeni rari e affascinanti scoperti dall'astrofisico del MIT Jingyi Wang, con un team di ricercatori

Buchi neri, ecco una nuova scoperta (Foto Pixabay)
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Sono stati identificati dieci esemplari di buchi neri immersi in echi e riverberi di luce

Sono stati scoperti diversi buchi neri immersi in echi e riverberi di luce che letteralmente rimbalzano su pesanti nubi di materia che si trovano nei pressi di alcuni corpi attualmente attivi. Ne sono stati identificati 10, ma in totale i buchi neri sono più di un miliardo e li stiamo cercando, perché se sono in una fase di accrescimento, intorno si forma un disco di polvere e gas che ruota e la regione diventa brillante a causa delle forze coinvolte.

Fenomeni poco noti

Sono fenomeni rari e affascinanti e abbiamo scoperto che nella regione poco all'interno del disco di accrescimento di quelli supermassicci attivi c'è un emissione luminosa, una specie di eco. L'astrofisico del MIT Jingyi Wang con un team di ricercatori e uno strumento il Reverberation Machine ha cominciato a setacciare i dati della NASA dell'archivio X NICER alla ricerca di buchi neri. Sono stati trovati 8 sistemi binari con stella compagna, divorata da corpi fino a 15 volte della massa del sole e questo fenomeno di eco può essere utilizzato per l’ecolocalizzazione. La corona del buco nero è una regione di elettroni ad altissima temperatura che si trova tra il disco di accrescimento e l'orizzonte degli eventi e ci sono differenze considerevoli tra i raggi x iniziali e la luce con eco.

Le ipotesi allo studio

Nei sistemi che sono stati studiati il buco nero parte con uno stato più intenso e genera una corona con getti di plasma sopra i poli quando ci sono questi processi a dominare il profilo energetico. Ci sono intervalli di tempo tra i lampi di raggi x e l'eco dell'ordine di qualche millisecondo, in uno stato che dura alcune settimane, prima di entrare in una condizione più morbida dove a dominare sono i raggi x a bassa energia provenienti dal disco di accrescimento. Nella transizione, gli intervalli tra eco e burst si allungano e visto che la velocità della luce è costante, questo suggerisce che la distanza tra corona e disco si sta allungando. Secondo il team, è correlato a un'espansione della corona verso l'esterno e l'alto durante l’attenuazione dell’alimentazione, con il buco nero che torna in quiescenza fino alla successiva ondata di assorbimento della stella compagna. CONTINUA A LEGGERE..


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Una nuova prospettiva di indagine

I dati sono pochi, ma questo fenomeno può aiutarci a risolvere molti dubbi sull'universo e la sua evoluzione. Secondo Erin Kara del MIT, il ruolo di buchi neri è fondamentale per l’astrofisica moderna e il comportamento di quelli piccoli nei sistemi binari è molto simile a quello dei supermassicci e quindi potrebbe essere importante per capire che cosa succede a livello di evoluzione delle galassie.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.