Scoperti tre nuovi esopianeti roventi più grandi della Terra: ecco dove si trovano nello Spazio

Un team di ricercatori britannici ha scoperto tre esopianeti che ruotano molto vicino alla loro stella madre: ecco cosa è successo e quali temperature ospitano

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Scoperti tre nuovi esopianeti roventi più grandi della Terra: ecco dove si trovano nello Spazio

Ogni giorno gli astronomi e scienziati di tutto il mondo compiono importanti scoperte che ci portano a conoscere sempre di più lo Spazio e i suoi misteri: l'ultima riguarda tre nuovi esopianeti roventi e più grandi della Terra, rilevati da un gruppo di ricercatori coordinato dalla Prof.ssa Elisabeth Newton, docente di fisica e astronomia al “Dartmouth College" di Hanover (Gran Bretagna). Lo studio, riportato sull'Astronomical Journal, fa dunque luce su tre astri molto caldi che ruotano attorno alla stella TOI 451 (che secondo i calcoli avrebbe solo 120 milioni di anni).

I dettagli sui nuovi pianeti

Questi esopianeti, scoperti grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale TESS e quelli del telescopio spaziale Spitzer della NASA, si trovano nel flusso Pisces-Eridanus a 400 anni luce dalla Terra. In questo sistema solare le stelle hanno meno del 3% dell’età della nostra “Stella madre" e ruotano molto vicino al loro Sole: di conseguenza le temperature superficiali degli esopianeti in questione sono molto alte: i ricercatori parlano di 1200 °C per il pianeta più interno e di 450 °C per quello sull’orbita più esterna. Seguiranno nuovi aggiornamenti per saperne di più.

La Terra è visibile da almeno 500 esopianeti: ecco la scoperta scientifica

Da secoli gli esseri umani si interrogano sulla possibile presenza di vita al di fuori del pianeta Terra, un quesito che tiene occupate le migliori menti scientifiche. Per sciogliere i dubbi relativi alla sussistenza di altre forme biologiche nell'Universo, l'esplorazione e la ricerca rimangono le due attività sulle quali fondare un'indagine approfondita, che possa sondare i confini della galassia (la Via Lattea) e proseguire oltre, per osservare la porzione più ampia possibile di Universo. Tuttavia, gli scienziati, istintivamente dediti al progresso, di tanto in tanto scelgono di cambiare prospettiva. Quali sono gli esopianeti che, dalla loro superficie, potrebbero avere una visione ottimale della Terra? E quali sono i corpi celesti che avrebbero la possibilità di riscontrare segni di vita dal nostro pianeta?

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Un migliaio di esopianeti

Le ricerche più recenti in merito ci hanno permesso di conteggiare oltre 1.000 stelle simili al Sole (1.004, per la precisione, un numero in aggiornamento) con un numero elevato di esopianeti che, orbitanti attorno a loro, potrebbero avere una visione sufficientemente buona del pianeta Terra. Le stelle rilevate si troverebbero tutte entro una distanza ben definita, pari a 326 anni luce (ossia 100 parsec) dalla superficie terrestre. Particolarmente interessante, però, è la tipologia di visione che tali pianeti potrebbero avere della Terra: secondo Lisa Kaltenegger, astronomo della Cornell University di Ithaca (stato di New York), un possibile osservatore esterno, posizionato da un punto ideale del proprio esopianeta, potrebbe rilevare segni di biosfera nell'atmosfera terrestre.

Il metodo di osservazione

La Kaltenegger ha anche affermato che noi terrestri, pur senza dover ricorrere a cannocchiali o telescopi, possiamo rilevare la presenza delle stelle principali attorno alle quali ruotano gli esopianeti citati. Tornando all'ipotesi citata in precedenza, un astronomo che desideri individuare la Terra dal proprio esopianeta non dovrebbe fare altro che sfruttare le medesime tecniche di calcolo adoperate da noi terrestri.

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Il numero di esopianeti in grado di “osservare" la Terra

Nello specifico, la prassi richiederebbe l'osservazione del passaggio della Terra davanti al Sole; l'analisi porterebbe a rilevare i dati sulla composizione atmosferica del nostro pianeta, il che consentirebbe di trarre conclusioni rilevanti sulla effettiva presenza di vita sulla Terra. Tra le oltre 1.000 stelle identificate, circa la metà consente ai pianeti in orbita di poter osservare la Terra direttamente dalla loro superficie, per un arco di tempo pari a circa 10 ore per orbita.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.