Scoperto nuovo esopianeta che puzza di zolfo come Urano

Non vi è alcuna chance di trovare su questa pianeta forme di vita ma si potrà scoprire il ruolo dell’idrogeno solforato nella formazioni di questi pianeti

Scoperto esopianeta che emana lo stesso odore di Urano - Foto Cnet.com
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Come Urano il pianeta appena scoperto sarebbe carico di idrogeno solforato: ecco cosa si è scoperto

Una equipe di astronomi ha appena “scovato" l'esistenza di un pianeta extrasolare che avrebbe gli stessi “odori” sgradevoli di Urano, in quella che è forse una delle coincidenze più curiose della galassia, poichè ha il medesimo odore delle flatulenze umane. Il penultimo pianeta del Sistema Solare è carico di idrogeno solforato, il gas che conferisce all'atmosfera un tanfo molto simile a quello delle uova marce. Il medesimo fetore è stato rilevato anche in un altro pianeta della Via Lattea. Su uno degli esopianeti più estremi della galassia, JWST ha identificato la presenza di idrogeno solforato.

Di cosa si tratta

L’esopianeta è un rovente corpo celeste dalle possenti dimensioni paragonabili a quelle di Giove. E' chiamato chiamato HD-189733b. Proprio gli odori della sua atmosfera potrebbero aiutare gli scienziati quale ruolo svolgerebbe lo zolfo sui corpo celesti collocati al di fuori del Sistema Solare. “L'idrogeno solforato è una molecola importante che non sapevamo fosse lì. Avevamo previsto che sarebbe stata, e sappiamo che si trova su Giove, ma non l'avevamo realmente rilevata al di fuori del Sistema Solare" sono state le dichiarazioni proferite dall'astrofisico Guangwei Fu della Johns Hopkins Università.

Le tecnologie adottate per studiare questo esopianeta

Di certo non vi è alcuna chance di trovare su questa pianeta forme di vita per via delle elevatissime temperature, ma quello che gli scienziati stanno valutando è proprio il ruolo dell’idrogeno solforato che rappresenterebbe una sorta di trampolino di lancio per trovare questa molecola su altri pianeti e acquisire una maggiore comprensione di come si formano i diversi tipi di pianeti. Il primo esopianeta venne scoperto dagli astronomi all'inizio degli anni '90. Ma oggi siamo dotati di tecnologie superiori in grado di scoprirne a fondo le proprietà. Uno di questi strumenti è il modo in cui la luce di una stella ospite cambia quando l’esopianeta passa tra essa e noi, un passaggio noto come transito.


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Quali certezze potremo acquisire in futuro

Alcune lunghezze d'onda della luce vengono assorbite da molecole diverse e riemesse a una lunghezza d'onda diversa. Queste sono note come linee di assorbimento ed emissione su uno spettro di luce e ogni molecola ha il proprio modello che ne segnala la presenza. HD-189733b, scoperto nel 2005, è un tipo di corpo celeste noto come Giove caldo situato a soli 64,5 anni dalla Terra. È un gigante gassoso su un'orbita estremamente vicina a quella della sua stella ospite, che gira su se stessa una volta ogni 2,2 giorni circa. A quella vicinanza, il calore della stella brucia l’esopianeta, aumentandone la temperatura fino a migliaia di gradi.

Grazie al telescopio JWST che ha osservato HD-189733b potremo sapere in futuro come si sono formati questi strani Giove caldi. Ciò che appare certo è che su questo esopianeta non vi sono tracce di metano, una molecola che era apparsa in una serie di misurazioni, ma non è stata trovata in un’altra. Ciò suggerisce che non è presente metano, il che è perfettamente in linea con ciò che il team di astronomi si aspettava di trovare in un Giove caldo, che è troppo caldo perché si formino grandi concentrazioni di metano.
Il prossimo passo sarà quello di cercare segni di zolfo su altri pianeti gioviani caldi.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.