Sperimentato con successo il dispositivo Picture-C: potrà fotografare gli esopianeti

Grazie a questo dispositivo potremo avere delle immagini dirette che immortaleranno gli esopianeti e l'ambiente circostante

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PICTURE-C è un nuovo dispositivo in grado di fornirci immagini dirette degli esopianeti: ecco come funzionerà

A partire dagli anni '90, mediante osservazioni terrestri e satellitari, gli astronomi hanno raccolto prove dell'esistenza di migliaia di pianeti o esopianeti extra-solari. Una impresa non di poco conto, che non a caso valse il premio Nobel per la fisica 2019. Il prossimo traguardo che gli astrofisici si sono posti è quello di migliorare la ricerca degli esopianeti. Sappiamo che l'individuazione di pianeti extrasolari mediante imaging diretto è davvero un'operazione complessa, ostacolata dalla luce di ogni stella attorno alla quale ruotano, la quale ovviamente offusca la debole luminosità riflessa dei pianeti.

Le nuove sperimentazioni in corso

L'imaging degli exo-Giove evidenzierebbe che gli astronomi hanno tutti gli strumenti necessari per immaginare e caratterizzare pianeti delle dimensioni della Terra nelle zone abitabili delle stelle vicine, dove potrebbe esistere la vita. Le missioni spaziali in grado di individuare le terre extraterrestri nelle loro zone abitabili, come Habitable Exoplanet Observatory o HabEx e Large UV / Optical / IR Surveyor o LUVOIR, sono attualmente in fase di progettazione da scienziati e ingegneri di tutto il mondo anche se occorrerà ancora attendere una decina di anni affinchè possano prendere il via. In preparazione a queste missioni di punta, è fondamentale che le tecnologie chiave e gli strumenti software siano sviluppati e validati.

Per immortalare gli esopianeti sono state usate immagini indirette

Negli ultimi dieci anni circa sono state sviluppate delle tecnologie preziose per l'immagine degli esopianeti attorno alle stelle vicine e per testarli a bordo di razzi e palloncini prima che possano essere selezionati per il volo nelle principali missioni spaziali. Anche se sappiamo dell'esistenza di oltre 4.000 esopianeti, la maggior parte sono stati rilevati utilizzando metodi indiretti come l'oscuramento della luce della stella madre quando un pianeta passa davanti e blocca parte della sua luce, proprio come il recente transito di Mercurio. Questa tecnica venne impiegata in missioni come Kepler e Transiting Exoplanet Survey Satellite o TESS.


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Perchè è complicato immortalare gli esopianeti

I vincitori del Premio Nobel per il 2019 hanno utilizzato un altro metodo indiretto, che si basa sulla misurazione del movimento minuto e periodico delle stelle causato dai pianeti in orbita attorno a loro. Ma un esopianeta, con caratteristiche simili a quelle del nostro Sistema Solare, non è mai stato immortalato in una foto. Catturare l'immagine di esopianeti è davvero molto complicato, basta pensare che un enorme pianeta come Giove è un miliardo di volte più oscuro del Sole. Riuscire ad immortalare un oggetto molto debole che si trova in prossimità di un oggetto molto più luminoso potrebbe sembrare una vera e propria chimera.

Ma un gruppo di ricerca ha recentemente condotto un esperimento in mongolfiera ad alta quota chiamato Planetary Imaging Concept Testbed Using a Recoverable Experiment – Coronagraph (PICTURE-C) che ha testato la capacità del coronagraph di lavorare nello spazio per catturare le immagini degli esopianeti e del loro ambiente. Un esperimento che ha dato esiti davvero confortanti.

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Come funziona PICTURE-C

Il coronagraph di PICTURE-C crea eclissi artificiali per attenuare o eliminare la luce delle stelle senza attenuare i pianeti che le stelle illuminano. È progettato per catturare una debole cintura di asteroidi come oggetti molto vicini alla stella centrale. Questo dispositivo è in gradi di creare specchi deformabili per correggere la forma degli specchi del telescopio che vengono distorti a causa di variazioni di gravità, fluttuazioni di temperatura e altre imperfezioni di fabbricazione.

Dopo numerosi test per dimostrare che tutti i sistemi erano pronti per una missione, il dispositivo PICTURE-C è stato lanciato la mattina del 29 settembre 2019 da Ft. Sumner, nel New Mexico. Dopo il volo di prova di 20 ore, è tornato sulla Terra usando il suo paracadute per atterrare dolcemente. Il dispositivo è stato recuperato e restituito al nostro laboratorio. PICTURE-C non avrebbe dovuto scoprire alcun pianeta extrasolare nella sua prima prova. Ma volerà di nuovo su un altro pallone quando fotograferà diverse stelle per esplorare se qualcuno di loro ha cinture di asteroidi. Potrebbe essere anche in grado di scattare una foto di un pianeta delle dimensioni di Giove già entro il prossimo mese di settembre.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.