Stati Uniti e Regno Unito accusano la Russia: "Ha progettato un'arma per distruggere i satelliti nello spazio" | Cosa sta succedendo
Gli stati angloamericani accusano i sovietici di aver creato un'arma pericolosa per l'equilibrio nello spazio extra-atmosferico: ecco cosa sta succedendo
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Stati Uniti e Regno Unito accusano la Russia: “Ha progettato un'arma per distruggere i satelliti nello spazio" | Cosa sta succedendo
Stati Uniti e Regno Unito contro la Russia: non è l'inizio della terza guerra mondiale (o almeno non ancora…) ma uno scenario di ostilità che riguarda in questo caso l'astronomia, più precisamente il controllo dello spazio extra-atmosferico. Ed è una faccenda seria perché americani e britannici sono molto arrabbiati con i sovietici: come riportato dalla stampa statunitense e da quella inglese la Russia starebbe testando un proiettile simile ad un’arma nello spazio che potrebbe essere utilizzato per colpire i satelliti in orbita, il che (se fatto volontariamente) secondo gli esperti angloamericani andrebbe ad attaccare e distruggere proprio i loro apparecchi che fluttuano sopra il nostro pianeta. Da Mosca è già arrivata la smentita, con le autorità russe a precisare che sono in corso progetti su nuove tecnologie solo per eseguire controlli sulle attrezzature spaziali sovietiche. LANCIATA LA SONDA CINESE CHE RAGGIUNGERÁ MARTE: ECCO COME É ANDATA
La situazione e lo scenario tra USA, Regno Unito e Russia
Christopher Ford, Vice Segretario di Stato aggiunto per la sicurezza internazionale e la non proliferazione degli USA, nei giorni scorsi ha accusato la Russia di “ipocrisia" dopo che gli stessi sovietici avevano dichiarato di voler estendere il controllo degli armamenti nello spazio. Stati Uniti, Russia e Regno Unito hanno firmato nel 1967 il Trattato sullo spazio extra-atmosferico, che tra le varie cose vieta nel modo più assoluto lo sfruttamento e l’uso militare dello spazio: questo è l'altro fattore che gli angloamericani contestano ai russi, dato che secondo loro quest'arma (sperimentata di recente) potrebbe costituire una minaccia per i satelliti e i sistemi spaziali da cui dipende il mondo. La situazione è al momento ancora “sotto controllo", con la Russia che si è difesa dalle accuse degli Stati Uniti (e in seconda battuta del Regno Unito), ma il clima tra questi tre Paesi è sempre più teso…
Marte, entro quanti anni il primo uomo sbarcherà sul Pianeta Rosso? La roadmap di Luca Parmitano
Poco più di 51 anni fa, il 20 luglio 1969, l'uomo mise per la prima volta piede sulla Luna grazie alla missione Apollo 11: il primo in assoluto fu Neil Armstrong, seguito da Buzz Aldrin. Oggi, dopo oltre mezzo secolo, l'uomo ha intenzione non solo di tornare nuovamente sul satellite naturale della Terra ma di andare oltre: mettere piede su Marte. A che punto è la corsa verso il pianeta rosso? A fare il punto ci ha pensato, come si legge su Everyeye.it, l'astronauta italiano Luca Parmitano. Esplorare di persona Marte è senza dubbio tra le priorità dell'umanità: secondo Parmitano si tratta di un obiettivo realizzabile entro i prossimi 25 anni, “se entro una decade andremo sulla Luna“. L'astronauta, insomma, nel corso di un collegamento da Houston per un oncontro organizzato da ASI ed ESA, ha stilato una sorta roadmap: entro 10 anni, verosimilmente, torneremo sul satellite naturale, entro un quarto di secolo sarà poi la volta del pianeta rosso. È necessario, però, che le grandi agenzie spaziali si mettano d'accordo su un progetto valido per creare la base per un aggregamento “che porti nelle prossime decadi l'uomo su Marte“.
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Tornare sulla Luna è un passo fondamentale verso Marte
Ormai ci siamo, quindi: Marte non è mai stato così vicino. Bisogna, però, fare un passo alla volta: “Gli astronauti devono avere molta pazienza: nello spazio è meglio la gallina domani che l'uovo oggi“. Non è importante, spiega l'astronauta, quanto presto volerai ma quanto importante è il contributo che tu possa dare a una missione: per quanto motivo ad avere la priorità è il progetto lunare, passo indispensabile per procedere successivamente con l'esplorazione interplanetaria. Primo passo, come dichiarato anche dal presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia, è quindi andare sulla Luna per rimanerci e colonizzare la Stazione Spaziale Orbitale.
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Il contributo dell'Italia
Anche l'Italia sta dando il suo importante contributo per riportare l'uomo sulla Luna e in tal senso la speranza è che anche un astronauta italiano possa mettere piede sul nostro satellite naturale: tra i progetti più importanti in tal senso c'è Artemis della Nasa, organizzato per avere come step successivo quello dello sbarco su Marte. Le tecnologie per farlo ormai sono quasi pronte, ma ora c'è bisogno di volontà e risorse in ambito internazionale.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.
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