Stella gigante lampeggia nel cuore della Via Lattea: la nuova scoperta
Si chiama VVV-WIT-08 e perde luminosità fino a scomparire dal cielo per poi tornare brillante: ecco tutti i dettagli della nuova scoperta di un gruppo di ricercatori britannici
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Stella gigante lampeggia nel cuore della Via Lattea: nuova scoperta astronomica, tutti i dettagli
Una stella gigante lampeggia nel cuore della Via Lattea: è questa la nuova scoperta astronomica effettuata nelle scorse ore dai ricercatori dell'Istituto di Astronomia dell’Università Britannica di Cambridge, coordinato da Leigh Smith, i quali hanno rinvenuto un oggetto luminoso atipico che finora non avevano rintracciato nello spazio. Si tratta di VVV-WIT-08, una stella dal comportamento decisamente insolito: essa infatti, come dimostrato dallo studio che verrà presto pubblicato sui “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society" perde luminosità fino a scomparire dal cielo per poi tornare brillante. Un fenomeno particolare che ha attirato l'attenzione degli scienziati che ora sono al lavoro per scoprire i motivi di questo comportamento. CRATERI E FRATTURE SU GANIMEDE, LA PIÚ GRANDE LUNA DI GIOVE
Ecco perché la stella gigante brilla così
L’ipotesi più accreditata dagli autori dello studio è che la stella gigante VVV-WIT-08 sia parte di una nuova classe di sistemi binari. Questo spiegherebbe l’insolito comportamento lampeggiante della stella, che perderebbe luminosità perché eclissata periodicamente da una compagna non ancora individuata. Un'altra ipotesi è che qualche oggetto oscuro sconosciuto alla deriva possa semplicemente avere oscurato la stella per caso, dato che si trova in una regione densa della Via Lattea, e aver provocato questo effetto particolare. Gli astronomi britannici però sembrano prediligere la prima tesi, tra l'altro confermata da altri fattori scientifici. LA TERRA STA RUOTANDO PIÚ VELOCEMENTE: ECCO PERCHÉ
Le parole degli esperti
“Ora la sfida – ha dichiarato il Prof. Smith – è capire la natura della compagna nascosta e come sia stata circondata dal suo disco scuro, nonostante orbiti lontano dalla stella gigante. In questo modo, potremmo imparare qualcosa di nuovo su come si evolvono questi tipi di sistemi binari". Ulteriori aggiornamenti si scopriranno nelle prossime settimane, forse anche mesi, quando gli studiosi approfondiranno le origini di questa particolare stella gigante. RIPRENDE L'ESPLORAZIONE DI VENERE: ECCO IL PROGRAMMA
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Scoperto un nuovo lampo radio veloce che potrebbe rimettere in discussione certezze acquisite
Un nuovo misterioso lampo radio veloce ripetuto (FRB) denominato FRB 20200120E è stato rintracciato da una equipe di astronomi. La sua posizione, secondo lo studio in questione, sarebbe da identificare in una galassia distante 11,7 milioni di anni luce. Si tratta del lampo radio veloce conosciuto più vicino, 40 volte più vicino del segnale extragalattico più vicino. Proverrebbe stranamente da un ammasso globulare, un “assembramento” di stelle molto vecchie. Indubbiamente un luogo atipico dove trovare una stella in grado di emettere FRB.
La nuova scoperta potrebbe aprire la strada verso nuove consapevolezze
L'individuazione di questo lampo radio potrebbe rimettere in discussione alcune certezze acquisite sul meccanismo di formazione di queste stelle. Infatti sulla scorta di quanto scoperto, si potrebbe pensare che gli FRB potrebbero emergere da una gamma di ambienti più ampia di quanto abbiamo pensato finora. Il primo lampo radio venne scoperto nel lontano 2007. Lo studio di quel fenomeno condusse gli scienziati verso conclusioni errate. Gli FRB sono segnali estremamente potenti provenienti dallo spazio profondo a milioni di anni luce di distanza, alcuni scaricano più energia di 500 milioni di Soli e vengono rilevati solo nelle lunghezze d'onda radio.
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Cosa sono gli FRB
Si tratta di fenomeni astronomici assolutamente brevi in grado di durare meno di un battito di ciglia – pochi millisecondi di durata – e la maggior parte di esse non si ripete. Per questo motivo sono molto difficili da prevedere, tracciare e quindi comprendere. Analizzando la struttura fine di questi segnali radio, gli astronomi si sono concentrati sul tipo di oggetto che pensavano potesse causarli, con oggetti compatti come le stelle di neutroni come teoria principale. Poi, l'anno scorso, è arrivata una svolta epocale. E' stato rilevato un FRB dall'interno della galassia della Via Lattea, emesso da una magnetar.
Le Magnetar
Le magnetar – di cui ne sono state scoperte solo 24 – sono un raro tipo di stella di neutroni, il nucleo collassato di una stella morta che è iniziata tra 8 e 30 volte la massa del Sole. Le stelle di neutroni sono piccole e dense, di circa 20 chilometri (12 miglia) di diametro, con una massa massima di circa due Soli. Questa tipologia di stelle hanno un campo magnetico pari a circa un quadrilione di volte più potente del campo magnetico terrestre e mille volte più potente di quello di una normale stella di neutroni. Questo ci riporta a FRB 20200120E, un FRB che si adatta perfettamente al profilo. Poiché si ripete, tuttavia, gli astronomi sono stati più facilmente in grado di individuare la posizione nel cielo da cui ha avuto origine.
Analizzando altre proprietà del segnale, sono stati in grado di determinare che aveva percorso una distanza relativamente breve. Da qui si è giunti ad identificare una galassia a spirale chiamata M81 come origine del segnale. Più specificamente, i ricercatori credevano di aver rintracciato FRB 20200120E in un ammasso globulare.
Gli ammassi globulari sono gruppi compatti di stelle che tendono ad essere molto vecchie e longeve, nonché di massa bassa, nessuna maggiore della massa del Sole. Si pensa che tutte le loro stelle si siano formate contemporaneamente dalla stessa nuvola di gas; proprio come una piccola città, queste star vivono insieme le loro esistenze per lo più tranquille. È anche possibile che la sorgente dell'FRB non sia affatto una magnetar, ma una binaria di raggi X di piccola massa, come una nana bianca e una stella di neutroni, o una stella di neutroni e un esopianeta. Potrebbe anche essere un buco nero in crescita. Al momento però ancano le prove anche perchè non esisterebbe alcuna attività di raggi X o gamma che in genere accompagnerebbe questi sistemi. Indipendentemente da ogni considerazione, FRB 20200120E è destinato a rivoluzionare molte convinzioni. O ci insegnerà qualcosa di nuovo sulle interazioni stellari negli ammassi globulari, o ci darà un nuovo canale di formazione per gli FRB.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.
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