Su Marte ci sono i terremoti come sulla Terra: ecco i dettagli dalla NASA
Sul Pianeta Rosso c’è attività geologica proprio come c’è sul nostro pianeta. A rilevarlo è la sonda inSight della NASA che ha registrato oltre 450 terremoti da quando è arrivato su Marte il 26 novembre 2018 con l’intento di esaminarne la struttura interna. Il risultato delle 6 ricerche è stato pubblicato sulle riviste Nature Geoscience e Nature Communications. Una di questa è coordinata da Domenico Giardini, geofisico del Politecnico di Zurigo.
Perchè trema su Marte
L’attività sul suolo di Marte a livello geologico è dovuta alla presenza di acqua all’interno delle rocce e potrebbe avere magma liquido con punti di temperatura caldi che potrebbe essere ospitali per la vita. Il geofisco Giardini ha dichiarato all’ANSA “per le somiglianze geologiche tra il pianeta rosso e la Terra e per la presenza di faglie dalle immagini satellitari, eravamo convinti di trovarli, anche se non erano mai stati registrati prima. Però il numero, 450 sino a oggi, la dimensione, la localizzazione erano completamente sconosciuti e ci hanno sorpreso“.
La rilevazione del lander inSight
La sonda inSight della Nasa atterrata il 26/11/2018 su Marte, ha registrato nei primi dieci mesi 174 terremoti, di cui poco più di una ventina con intensità compresa tra magnitudo 3 e 4. Di questi eventi simici registrati, 150 sono ad alta frequenza (simili a quelli della Luna), gli altri 24 a bassa frequenza, con 3 che sono simili ai terremoti che avvengono sulla Terra. Come riporta il sito ANSA, Giardini commenta così i terremoti di maggiori dimensioni “sono associati a stress termici di raffreddamento collegati a sistemi vulcanici che creano grandi sistemi di faglie“; la spiegazione segue la considerazione che Marte non ha tettonica a placche come la Terra.
L’attività geologica di Marte
Francesca Altieri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, si legge sul portale ANSA, giustifica anche le emissioni di ossigeno osservate dal rover Curiosity della NASA “va nella direzione delle ipotesi degli studiosi della missione Curiosity“. Nicholas Schmerr dell’Università del Maryland, sottolinea come la scoperta di attività simica sul Pianeta Rosso, indicano la possibile presenza di acqua nelle rocce a diverse profondità e hanno implicazioni per la ricerca della vita su Marte. Sulla Terra ci sono aree in profondità caratterizzate da sorgenti idrotermali, dove l’energia per la vita deriva dalla chimica e non dalla luce. Se ci sarà davvero magma liquido sul Pianeta Rosso, nei punti dove c’è maggiore attività sismica si potranno concentrare le prossime missioni per scoprire se c’è vita.