Superterra, l’esopianeta più distante di sempre individuato grazie al metodo microlensing: di cosa si tratta
Una “Superterra”, così è stata definita dagli esperti: un team di astronomi dell’Università di Canterbury, in Nuova Zelanda, ha individuato un nuovo esopianeta. È quanto si legge su Notiziescientifiche.it. Sono stati gli stessi scienziati che l’hanno analizzato a definire la scoperta interessante, perché questo pianeta ha dimensioni e orbite perfettamente paragonabili a quelle della Terra: è quanto si legge nello studio pubblicato sull’Astronomy Journal, che descrive anche la modalità attuata dai ricercatori per scoprire questo pianeta considerato “incredibilmente raro”.
Come funziona il metodo del microlensing
Il pianeta in questione è stato scoperto con il metodo del microlensing gravitazionali, ovvero un effetto della luce che tende a curvarsi e ad ingrandire l’oggetto da cui proviene la stessa luce quando questa viene attratta da corpi molto grandi (come le stelle) durante il suo percorso: i ricercatori si sono concentrati su UGLE-2018-BLG-0677, un evento di microlensing osservato nel 2018 la cui curva ha fornito determinate informazioni ai ricercatori. Questo metodo non è utilizzato spesso per la scoperta di pianeti extrasolari, perché è necessario che il pianeta e il raggio di luce si trovino in una posizione tale da far avvenire l’effetto di microlensing sulla Terra.
Una scoperta molto complicata
Scoprire un pianeta con questo metodo, insomma, è molto difficile: lo conferma Antonio Herrera Martin, autore principale dello studio. Secondo lo scienziato, per comprendere la dsifficoltà bisogna considerare che il tempo che serve per osservare l’ingrandimento provocato dall’effetto di microlensing è di circa cinque giorni, mentre il pianeta è stesso è stato rilevato solo nel corso di una piccola distorsione della stessa luce, durata cinque ore. Gli astronomi hanno capito che questa distorsione riguardava un altro corpo diverso dalla stella intorno alla quale orbita per l’appunto l’esopianeta.
Le dimensioni del pianeta
Utilizzando i dati di diversi telescopi presenti in varie aree del mondo i ricercatori sono riusciti ad acquisire diverse informazione: la stella ha il 10% della massa del Sole, mentre il pianeta potrebbe avere una massa compresa tra quella della Terra e quella di Nettuno, perciò è classificabile come superterra. Di solito, in questo range di grandezza i pianeti sono rocciosi o mondi d’acqua e non gassosi, ma si tratta solo di supposizioni: al momento non abbiamo dati per capire come è composto il pianeta stesso.
Altri dati ricavati dall’esopianeta
L’esopianeta scoperto è stato denominato OGLE-2018-BLG-0677Lb e orbita intorno alla stella OGLE-2018-BLG-0677L: la sua distanza dalla stella è pari a circa 25.000 anni luce e la sua posizione di orbita potrebbe essere comparabile a quella che c’è tra Venere, Terra rispetto al Sole. Il suo anno, secondo le informazioni emerse, durerebbe circa 617 giorni: si tratterebbe, per tutti questi fattori, del pianeta simile alla Terra più distante mai individuato, oltre ad essere il pianeta extrasolare più distante mai scoperto.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.