A causa della tempesta geomagnetica si sono verificate aurore boreali a latitudini molto più basse del consueto
Nel corso della notte tra lunedì e martedì, la Terra è stata colpita da una intensa tempesta geomagnetica che ha avuto inizio attorno alle ore 5, come ha ammesso la stessa Agenzia statunitense della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa). Secondo le stime del Noaa, il picco avrebbe raggiunto la classe G4, pertanto si è trattato di una tempesta piuttosto forte tenuto conto che la scala di valori sale progressivamente da G1 a G5.
La spiegazione degli esperti
Come ha dichiarato all’ANSA, Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste, la tempesta sarebbe ancora in corso, ma ormai il picco sarebbe alle spalle e progressivamente sarà declassata alla classe G3. La tempesta geomagnetica sarebbe stata originata da una forte espulsione di massa coronale (Cme) che ha raggiunto anche il nostro pianeta causando dei problemi alla magnetosfera, con la conseguente comparsa di aurore boreali anche a latitudini più basse.
Le conseguenze
La tempesta geomagnetica avrebbe causato rari casi di blackout e disturbi alle trasmissioni radio e problemi ai satelliti e ai sistemi di navigazione satellitare. La Cme, secondo le stime degli esperti, sarebbe stata rilasciata dal Sole lo scorso 14 settembre alle ore 17,29 italiane, in seguito ad un importante brillamento di classe X. La stessa tempesta sarebbe stata agevolata e amplificata nei suoi effetti da un buco coronale situato sul lato del Sole rivolto verso la Terra.
Cosa sono i buchi coronali
I buchi coronali danno vita ad aree dove la corona solare è temporaneamente più scura e più fredda delle aree circostanti, e dove il campo magnetico aperto agevola il soffio del vento solare che in questo modo può più facilmente propagarsi nello spazio. Secondo quanto affermato dallo stesso professor Messerotti, la velocità del vento solare avrebbe raggiunto addirittura i 581 chilometri al secondo.
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