Trovati “ragni” sulla superficie di Marte: ecco come si sono formati
Il rover Perseverance prosegue la sua missione su Marte, verificare se il “pianeta rosso” contiene (o ha contenuto) forme di vita extraterrestre. E tra uno scatto e l’altro inviato agli scienziati della NASA, che riguardano la formazione del terreno e altri dettagli utili sull’atmosfera locale, è emersa una particolarità interessante e in parte inquietante: sulla superficie di Marte ci sono dei “ragni” scolpiti. Cosa significa? A far luce sulla vicenda ci ha pensato un gruppo di ricercatori britannici, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Di cosa si tratta
Quelli che sembrerebbero dei veri e propri ragni poggiati sul suolo di Marte sono in realtà sistemi radiali topografici aracneiformi delle depressioni dendritiche marziane. In sostanza, si tratta di striature scolpite dal ghiaccio secco sulle rocce. Lo stesso ghiaccio può cambiare il proprio stato da solido a gassoso nel corso della primavera marziana e, complice il fatto che su Marte l’atmosfera è composta perlopiù da anidride carbonica, si genera un meccanismo particolare. VOLETE FARE GLI ASTRONAUTI? ECCO IL BANDO DI SELEZIONE UFFICIALE ESA
Il fenomeno chimico
In inverno, quando le temperature precipitano, si forma un deposito sulla superficie del pianeta fatto di marina e ghiaccio di CO₂. Con l’arrivo della primavera però il clima diventa più mite e i raggi solari scaldano il ghiaccio che inizia a sublimare fino a rompersi. Da questo fatto deriva la fuoriuscita del gas pressurizzato attraverso le fessure e proprio questi gas, a contatto con tutto il resto, “scolpiscono i ragni” che hanno attirato l’attenzione di tutti gli scienziati. ECCO LA PRIMA STELLA COMETA INCONTAMINATA MAI VISTA
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Il progetto della prima città umana su Marte
Non sappiamo ancora se siamo soli nell’Universo né se ci sia vita sugli altri pianeti, ma intanto abbiamo chiaro un obiettivo: prima o poi colonizzeremo Marte. L’uomo, infatti, ha intenzione nei prossimi anni non solo di tornare sulla Luna ma anche di sbarcare per la prima volta su Marte, magari per rimanerci e stabilire una colonia. Si può fare? A quanto pare sì. E intanto si progettano anche le prime città marziane.
Dove sarà collocata la prima città marziana
ABIBOO, società che si occupa di architettura e design, ha già progettato la prima città umana su Marte. Nell’ultimo periodo, infatti, la società ha elaborato i piani per la città che ha come obiettivo quello di ospitare 250.000 persone situate lungo una grossa scogliera in modo da avere accesso alla luce solare senza troppa sovraesposizione: Nüwa City, questo il nome della città la cui costruzione dovrebbe iniziare nel 2054.
I primi coloni entro il 2100?
Parliamo, dunque, di un obiettivo a lungo termine. A lunghissimo termine, in realtà, visto che i primi coloni popoleranno la città marziana entro il 2100. La società ha pubblicato i primi rendering, che mostrano anche le abitazioni, ovvero strutture di lusso e ben fatte. Parte della prima città umana su Marte sarà dedicata alle case, mentre ci saranno altre aree dedicate a scopi agricoli ed energetici, dove si alleverà bestiame e si genererà energia dal Sole.
Vivere su Marte senza rifornimenti dalla Terra è possibile?
L’obiettivo, ovviamente, è quello di dare vita ad una civiltà autosufficiente sulla superficie di Marte in grado di sopravvivere senza il bisogno di rifornimenti sulla terra. Come affermato da Alfredo Munos, fondatore dello studio di architettura di ABIBOO, “abbiamo dovuto fare molte analisi e lavorare fianco a fianco con gli scienziati per cercare di capire quali sono le circostanze che dovremo affrontare. Dobbiamo affrontare sfide molto specifiche per le condizioni di Marte, una delle quali è la gravità, pari a un terzo di quella sulla Terra“, è quanto riportato da Everyeye.it.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.