Un gruppo di scienziati scopre un buco nero vicino alla Terra: potrebbe aiutarci a creare il teletrasporto
Questa scoperta potrebbe aiutarci a rispondere alle due domande fondamentali sulle origini e le dinamiche dei raggi cosmici
Il buco nero appena scoperto potrebbe essere un acceleratore di particelle naturale: ecco il parere degli scienziati
I raggi cosmici che inondano da sempre il nostro pianeta presentano molti aspetti misteriosi che gli scienziati non sono mai stati in grado di svelare. Si tratta di radiazioni provenienti dalle profondità dell'Universo che provengono da fonti ignote. Adesso però si potrebbe affacciare la possibilità di saperne di più grazie alla scoperta di un nuovo buco nero molto vicino al nostro pianeta. Un corpo celeste che potrebbe aiutare gli scienziati a capire come i raggi cosmici attraversano la Terra.
Cosa si è scoperto
Questa nuova scoperta potrebbe aiutarci a capire come queste radiazioni possano attraversare l’Universo e colpire la Terra quasi alla velocità della luce. Il buco nero, secondo gli scienziati, rappresenterebba una sorta di acceleratore di particelle naturale in grado, dunque, di rendere ancora più veloce il transito di questi raggi nell'Universo.
L'equipe che ha analizzato il buco nero
Una delle autrici del nuovo studio che ha come oggetto proprio la dinamica dei raggi cosmici, Laura Olivera-Neto (che lavora presso l'Istituto Max Planck di Heideberg) ha spiegato che esisono prove dell'accelerazione delle particelle anche se al momento è impossibile capire come questo possa avvenire. L'equipe di scienziati capeggiata dalla Olivera-Neto ha osservato e analizzato questo oggetto, scoprendo l'enorme divario tra i getti.
Le due domande fondamentali ancora senza risposta
Gli scienziati hanno osservato la presenza di minuscole spirali attorno al buco nero, a circa 0,1 parsec di distanza, poi più nulla. Successivamente hanno visti riapparire questi raggi a circa 75 anni luce più in là. Questo divario, secondo gli scienziati, sarebbe spiegabile proprio con l'accelerazione che le particelle subirebbero raggiungendo la velocità della luce. Questa scoperta, secondo gli autori della ricerca, potrebbe aiutarci a rispondere alle due domande fondamentali sulle origini e le dinamiche attraverso le quali, i raggi cosmici, si muovono nello spazio.
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