Una ricerca pubblicata su Nature ha provato a spiegare le ragioni dell’enorme campo magnetico che si forma dopo la collisione tra stelle massicce
E’ ancora un mistero l’origine dei campi magnetici delle stelle massicce. Si tratta di un magnetismo pari a centinaia o migliaia di volte la forza del Sole, che caratterizza almeno il 10% delle stelle massicce che sono state scoperte.
Secondo quanto riporta il sito Astronomy, tra le ipotesi allo studio sull’origine di questi campi magnetici c’è anche quella di una collisione tra due stelle normali. Un team di scienziati ha recentemente effettuato simulazioni con nuove tecnologie per scoprire un percorso evolutivo che possa spiegare l’origine e la formazione di queste stelle dal potente magnetismo.
I misteri che la ricerca ha provato a svelare
Tra i misteri che ci si prefigge di smascherare ci sono anche quelli legate al magnetar (un raro tipo di stella di neutroni iper-magnetici), alle strisce blu (stelle massicce che sembrano troppo giovani per la loro età) e alcuni eventi cosmici enigmatici come esplosioni radio veloci e supernove super-luminose. Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature ha provato a spiegare alcuni di questi fenomeni, in particolar modo le fusioni magnetiche.
Le turbolenze post impatto all’origine dell’enorme campo magnetico
Quando due stelle si scontrano, sulla loro superficie si forma una enorme quantità di turbolenza che aumenta notevolmente il campo magnetico della nuova stella generata dall’impatto. L’autore dello studio, Fabian Schneider dell’Università di Heideberg ha raccontato al sito Astronomy che attraversando e collegando ciascuno di questi strati ci sono linee di campo magnetico. Ruotando ad una velocità diversa, le linee del campo magnetico che collegano i vari strati vengono attorcigliate e aggrovigliate, amplificando di conseguenza la forza generale del campo magnetico.
La spiegazione delle strisce blu
La fusione determina una sorta di scuotimento del materiale stellare viene che agita ulteriormente le linee del campo magnetico, aumentando esponenzialmente il magnetismo della stella. Le strisce blu invece, secondo questa ricerca, rappresentano una classe unica di stelle che si mascherano da stelle più giovani di quanto non siano realmente. Queste stelle “ringiovanite” sono molto più calde e quindi più luminose apparendo decisamente più giovani della reale età. In realtà questa falsa gioventù deriverebbe dalla fusione.
Le stelle post-fusione hanno maggiore combustibile per sopravvivere
Le tipiche stelle si alimentano fondendo l’idrogeno nell’elio nei loro nuclei. Ma quando l’idrogeno nei loro nuclei si esaurisce, passano a fondere gusci concentrici di idrogeno attorno ai loro nuclei ora inerti. Dopo questo processo la stella si gonfia diventando un gigante rosso. Durante la fusione però, questo materiale si fonde creando una sorta di serbatoio di idrogeno ricostituito nel suo nucleo e quindi non si evolve in un gigante rosso. Agli occhi invece appare come una striscia blu. Come ha dichiarato lo stesso Schneider, le stelle post-fusione hanno più combustibile nucleare per vivere più a lungo e il loro orologio interno è come se facesse scorrere all’indietro le proprie lancette facendo apparire la stella molto più luminosa e giovane.
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