Venere, l’atmosfera non è uniforme: la scoperta avvenuta per caso grazie ad una sonda della NASA
L’atmosfera di Venere, diversamente da quanto gli astronomi avevano erroneamente ritenuto finora, non è uniforme: a rivelato è stata, come riporta SkyTg24, una scoperta avvenuta per puro caso, da attribuire alla sonda Messenger della NASA e alle analisi condotte da un team di ricercatori del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel, nel Maryland. Lo studio, infatti, ha permesso di rivelare un aumento della concentrazione di azoto a circa 50 km dalla superficie del pianeta.
Lo studio è durato oltre 10 anni
Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, è iniziato casualmente ed è durato per oltre 10 anni: tutto parte dal mese di giugno 2007, quando in un’esercitazione per testare gli strumenti di Messenger la sonda della NASA raccolse dei dati sulla concentrazione di neutrini nell’atmosfera di Venere. Questi dati si sono rivelati fondamentali, solo successivamente, per mettere in dubbio le conoscenze sulla composizione dell’atmosfera di Venere note finora.
Come sono giunti a questa conclusione gli scienziati
Gli scienziati, partendo dall’ipotesi che il numero di neutroni rilevati doveva dipendere dalla quantità di azoto presente nell’atmosfera del pianeta, eseguirono una simulazione e riuscirono a scoprire che tutti i neutrini sembravano provenire da una regione tra circa 56 e 100 km sopra la superficie. Come dichiarato da Patrick Peplowki, tra gli autori dello studio, “è stato davvero un colpo di fortuna”. Analisi successive hanno poi confermato quanto inizialmente ipotizzato dai ricercatori.
Le parole dell’autore dello studio
Come spiega Peplowski, molti scienziati sembravano sorpresi che fosse qualcosa sulla quale valeva la pena indagare: non era stata proprio presa in considerazione l’idea che ci sia una maggiore concentrazione di azoto nell’atmosfera superiore rispetto a quella inferiore. Questa scoperta va ovviamente a stravolgere la comprensione dell’atmosfera di Venere che ha prevalso per decenni: per questo motivo, spiegano gli esperti di Inaf, i ricercatori dovrebbero agire con cautela nel trarre conclusioni sui dati atmosferici dei pianeti.
Venere, la scoperta per caso grazie a Messenger
È stata la missione spaziale MESSENGER, destinata ad osservare mercurio, ad imbattersi in questa fortunata scoperta sull’atmosfera di Venere: la sonda, lanciata il 3 agosto 2014, a causa di qualche ritardo è stata costretta ad usare il cosiddetto effetto fionda “fly-by” per ben due volte a torno a Venere: proprio in occasione del secondo sorvolo, avvenuto il 5 giugno 2007, si decise di testare – come riporta Scienzenotizie.it – il funzionamento di vari dispositivi, tra cui lo spettrometro a neutrini che ha permesso per l’appunto di raccogliere i dati che hanno portato alla scoperta.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.