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Giovedì 14 Novembre
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Vita aliena e ricerca: i limiti attuali dell’osservazione e le prospettive future

Le attuali teorie potrebbero condizionare la ricerca di vita aliena in altri pianeti: ecco la teoria di un illustre professore americano

Vita aliena e ricerca: i limiti attuali dell’osservazione e le prospettive future
Limiti e prospettive nella ricerca sull'esistenza di vita aliena (Foto: Pixabay)

L’uomo è in grado di capire quando è in presenza di tracce di vita aliena nel cosmo ? I limiti e le prospettive della ricerca

Riusciremmo a capire davvero se siamo fronte a prove concrete che dimostrano l’esistenza di vita aliena ? E’ questa la domanda che molti astronomi si pongono da diverso tempo. La vita su altri pianeti potrebbe essere così diversa da quella a cui siamo abituati che potremmo non riconoscere le firme biologiche che produce. In un articolo pubblicato sul sito Sciencealert, sono state riportate alcune interessanti riflessioni di Scott Gaudi, membro del Consiglio consultivo della NASA che proprio alla ricerca di vita extraterrestre ha dedicato parte della propria vita: “Una cosa di cui sono abbastanza sicuro – ha dichiarato Gaudi – è che ora ho trascorso più di 20 anni in questo campo di esopianeti, e adesso dovrete aspettarvi l’inaspettato“.

Le teorie del professor Vickers

In un articolo pubblicato su The Conversation, Peter Vickers, professore associato di Filosofia della scienza presso l’Università di Durham ha illustrato quelli che potrebbero essere i limiti filosofici e scientifici che potrebbero condizionare l’osservazione e la ricerca di nuove forme di vita aliena. La storia ci ha insegnato che le scoperte più importanti dell’umanità sono avvenute per puro caso. Dalla penicillina alla scoperta del buco dell’ozono. E molto probabilmente la scoperta di vita aliena potrebbe avvenire con la medesima dinamica. Spesso potremmo trovarci di fronte a prove concrete di esistenza di vita aliena senza nemmeno accorgercene, sottovalutando alcuni segnali importanti che riteniamo di poco conto.

I limiti e i preconcetti da superare

Ci sono anche molti esempi rilevanti nella storia della scienza. Come spiega il professor Vickers, filosofi descrivono questo tipo di fenomeno come “teoria carica di osservazione“. Ciò che notiamo è molto condizionato dalle nostre teorie, dai pregiudizi, dalle credenze di fondo e dalle aspettative precedenti. Il nostro modo di vedere le cose può distorcere la realtà e impedirci di trovare la soluzione al problema. Per fare un esempio pratico, quando gli scienziati scoprirono le basse quantità di ozono nell’atmosfera sopra l’Antartide, ritennero che quei dati fossero il frutto di un errore, sottovalutando la presenza di un vero e proprio buco che venne escluso in maniera preconcetta. Solo dopo un attento ricontrollo, si scoprì l’esistenza del buco dell’ozono e i suoi effetti sul clima del pianeta. Questo potrebbe succedere anche nel campo dell’astronomia. Negli ultimi anni, grazie al grande lavoro di TESS della NASA, sono stati scoperti migliaia di esopianeti e altrettanti ne scopriremo negli anni a venire.

Il rischio di sottovalutare prove fondamentali

Ogni esopianeta è ricco di complessità fisica e chimica. La frequenza con cui scopriamo nuovi pianeti ci porta a non osservarli con la giusta attenzione, giudicando come “privi di significato” alcuni dettagli che potrebbero risultare dirimenti sulla questione dell’esistenza di vita aliena. Uno scienziato acuto potrebbe notare, nei suoi dati, qualcosa di incompatibile con le sue teorie e questo potrebbe indurlo a giungere a conclusioni errate proprio come accadde per il buco dell’ozono.

Secondo il professor Vickers, le teorie non dovranno influenzare l’osservazione se vogliamo sperare di capire qualcosa di più. Dobbiamo rimanere aperti, incoraggiando l’esplorazione dei fenomeni. Lo studio dell’universo in futuro dovrà essere sganciato dalle teorie attualmente prevalenti. Le aree sottoesplorate dovranno essere esplorate e non possiamo sapere in anticipo cosa troveremo. Nella ricerca della vita extraterrestre, gli scienziati devono essere completamente aperti. E questo significherà incoraggiare nuove idee e perfino l’uso di tecniche non convenzionali.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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