Ecco come funzionerebbe la proposta avanzata dai commercialisti per ridurre le tasse nel 2025
A quattro mesi di distanza dalla presentazione della nuova legge di Bilancio, tutto sembra ancora in alto mare soprattutto per quanto concerne la prossima riforma fiscale e quella pensionistica. Sulla testa del governo pende la decisione della Commissione Europea che il 19 giugno sarà chiamata d decidere sulla procedura di infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo. Se così fosse, potrebbe essere richiesta una manovra correttiva da 8,5 miliardi di euro per aggiustare i conti, con la richiesta di ulteriori sacrifici per gli italiana.
Il problema delle risorse
La manovra correttiva rappresenterebbe appena lo 0,4% del Pil ma il vero nodo da sciogliere sarà quello della carenza di risorse. Poter poter confermare il taglio del cuneo fiscale, il governo dovrà trovare 10 miliardi, mentre ne serviranno altri 4 per la riforma fiscale che è stata approvata a gennaio. Nonostante questo, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, è più intenzionato che mai a proseguire la propria politica improntata al taglio delle tasse, con una nuova riforma delle aliquote Irpef che premierà i redditi medio-alti.
Le ipotesi allo studio
La prima ipotesi che sta circolando in queste ore prevede l’estensione dell’aliquota Irpef del 35% ai redditi fino a 70 mila euro. Al momento le aliquote totali sono tre e prevedono una tassazione del 23% per i redditi fino a 28 mila, del 35% per i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro e del 43% per i redditi sopra i 50 mila euro. I commercialisti hanno però rivendicato nei confronti del governo la scarsa attenzione per i redditi sopra i 50 mila euro che dalla riforma non hanno tratto alcun vantaggio. Una ingiustizia secondo i commercialisti per quei redditi che contribuiscono in misura strabordante al gettito.
Quanto si rispamierà
La proposta dei commercialisti, che il governo potrebbe accogliere, sarebbe quella di allargare il secondo scaglione per ricomprendervi i redditi fino a 70 mila euro. Con questa riforma verrà applicata una aliquota del 35% per chi dichiara tra 50 e 70 mila euro. Questa riforma si tradurrebbe in un risparmio di 80 euro su ogni 1.000. In poche parole, chi dichiara circa 70 mila, andrebbe a risparmiare circa 1.600 euro di tasse ogni anno. Una proposta che rischia però di additare il governo di favorire “i ricchi”, scatenando la reazione veemente delle opposizioni. Di certo per poter finanziare la nuova riforma Irpef, serviranno interventi sul fronte della spesa di difficile realizzazione nel nostro paese.
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