Altavilla, un conoscente di Massimo Carandente rivela: “Nei giorni della strage mi scrisse che…”. Ecco la sua testimonianza
Massimo Carandente è accusato di aver ucciso ad Altavilla Milicia la 42enne Antonella Salomone e i suoi due figlim di 16 e 4 anni, Kevin ed Emmanuel, insieme alla moglie Sabrina Fina e al 54enne muratore Giovanni Barreca. Un conoscente di Massimo Carandente ha raccontato durante la trasmissione di Pomeriggio Cinque il primo incontro con il 51enne e i loro ultimi contatti prima del triplice omicidio e del suo arresto.
La testimonianza
Un conoscente di Massimo Carandente parla di cosa è successo nei giorni prima della strage. “Verso il 12, 13 dicembre Massimo Carandente mi ha chiesto l’amicizia. Ho detto: “Sarà un fratello” e ho accettato. “Abbiamo fatto una videochiamata su WhatsApp che è durata per una sera intera. Abbiamo parlato un po’ della vita: mi ha raccontato che aveva divorziato, che poi si era trasferito a Palermo, aveva conosciuto lei (Sabrina Fina) e che poi si erano sposati. Il 3 febbraio mi disse che sarebbe andato a dormire da questi fratelli, mi aveva detto che seguiva una famiglia che aveva bisogno ma non mi ha detto in che modo. Perché sennò gli dicevo altre cose, noi non facciamo esorcismi“.
Le vittime
Le tre vittime sarebbero morte dopo giorni di torture messe in atto per liberarli dal demonio, secondo quanto raccontato dalla figlia 17enne di Giovanni Barreca, sopravvissuta alla strage e a sua volta indagata per omicidio e occultamento di cadavere. Dalla sua confessione è infatti emerso che anche lei e il fratello 16enne avrebbero partecipato alle torture sulla madre e sul fratellino, durante l’esorcismo.
Parla ancora il conoscente di Massimo Carandente
“Dopo giorni di silenzio, si è rifatto sentire. Per un po’ mi ha tempestato di domande, chiedendomi come stavo e cosa stavo facendo. Io gli rispondevo che stavo bene e che stavo lavorando. La sera gli rispondevo e chiedevo a lui cosa faceva. E lui mi diceva che andava in riva al mare o stava sul divano, faceva la vita da disoccupato. L’ultimo messaggio che mi ha mandato è del 10 febbraio. Mi ha invito il solito versetto biblico. L’11 gli ho scritto io, ma ho visto che non ha ricevuto il mio messaggio. Poi ho appreso la notizia al telegiornale domenica sera e ho capito per quale motivo non poteva rispondere“.
Le parole di una testimone
Una testimone ha rivelato a Mattino Cinque si tratta di un’agente immobiliare che avrebbe incontrato la donna proprio poco prima della strage. La donna ha raccontato di aver incontrato Antonella Salamone il 5 febbraio: “Mi chiese delle fotocopie, tempo indietro mi chiedeva di prendere in locazione un appartamento. Io non ho potuto aiutarla perché non erano presenti garanzie reddituali e mi è stato difficile. Ma ho sempre avuto il sentore che ci fosse qualcosa di strano. Mi sento anche un po’ responsabile: forse tutto questo non sarebbe accaduto se avesse preso una casa e fosse andata via“. Da ciò, si evince che Antonella Salamone stava cercando una via d’uscita da una situazione familiare che cominciava a starle stretta, che le causava ansia e preoccupazione.
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