Attenzione alla ‘truffa del sì’
E’ un ‘sì’ quello che cercano per poter mettere in atto la truffa ai danni dell’obiettivo di turno, ed è quello che facilmente ottengono quando chiedono al malcapitato di confermare la propria identità: “Salve, è lei il signor…?”. Quel ‘sì’ di conferma apre le porte ai call center pirata che registrano la risposta affermativa per copiarla e incollarla ad arte dietro delle domande di ben altro genere.
E’ facile cadere nella truffa
Come sottolinea il Giornale, il call center pirata registra il ‘sì’ chiedendo l’autorizzazione a sottoscrivere un nuovo contratto di fornitura energetica o di servizi telefonici. A dirla tutta è quasi impossibile non cadere nella trappola così ben architettata e ancora meglio celata. Di essere stati truffati ci si accorge solo dopo l’arrivo della prima nuova bolletta, in genere molto elevata e inverosimile nell’importo. Purtroppo non sono solo gli anziani a subire tale truffa, ci cadono anche le persone che credono di avere più dimestichezza con questo genere di cose. L’associazione dei consumatori Adoc di Pordenone, tuttora impegnata in prima linea a contrastare l’azione dei truffatori. Azione su cui si insiste di più, visto il periodo storico, in concomitanza con prossimo addio al mercato tutelato dell’energia in favore di quello libero.
L’altro metodo per raggirare il cliente
Esiste anche un altro metodo per raggirare i malcapitati, ovvero fingendo di essere degli operatori dipendenti del proprio gestore di energia o di servizi telefonici, si chiama con una certa insistenza. In questo modo, si carpisce più facilmente l’attenzione del prossimo raggirato. I responsabili di Adoc alla Rai dicono che “il canovaccio delle telefonate è più o meno lo stesso”. Ovvero: “”Lei è un nostro utente, oppure ‘sappiamo che è un nostro nuovo utente e la vogliamo avvertire che le condizioni contrattuali non sono più le stesse, ma sono rincarate del 40%. Però c’è un modo per risolvere il problema. Se lei ci dà il suo codice Pod o Pdr presenti nelle bollette, possiamo farla passare a una nostra società parallela, che le permetterà di evitare questo esborso“”. Il miraggio del risparmio funziona sempre, soiprattutto di questi tempi, è l’argomento perfetto per fare breccia nelle perplessità dell’utente, che poi, impaurito dal rincaro così elevato, accetta.
Cosa è successo a una delle ultime vittime della truffa
Una delle ultime vittime a contattare l’Adoc, che aveva dato ingenuamente il suo assenso al passaggio, si è visto recapitare due bollette astronomiche, per un importo totale di 700 euro. Non solo, dato che aveva dovuto versare il Cmor, ossia il costo di indennizzo per l’interruzione del contratto al suo vecchio gestore, a cui non risultava il pagamento di suddette bollette.
Il consiglio
Come riporta ancora Il giornale, quando si presentano questi casi il consiglio è di evitare di rispondere “sì” ai Call center, e di non rivelare mai per alcun motivo i codici personali Pod o Pdr, non cambiando mai neppure un passaggio ad altro operatore, infatti, questi sono particolarmente ambiti dai truffatori. Un suggerimento da tenere sempre presente, è quello di verificare nei vari servizi attivi in rete a chi appartiene l’utenza che ci ha contattato: sul web in tanti inseriscono la loro recensione sui numeri di telefono molesti o che possono nascondere delle frodi. Altro accorgimento per evitare truffe, è richiedere l’identità all’operatore, il codice personale e il nome della società per cui lavora. In questa fase di passaggio al mercato libero è particolarmente allettante per i truffatori. Bisogna non credere mai a chi dall’altro capo del telefono mette in guardia sui tempi stretti per la scelta, creando lo spauracchio di restare senza energia elettrica o gas in casa: tanti giocano la carta del ritardo, affermando che il mercato tutelato è cessato lo scorso 10 gennaio.
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