
Con la nuova riforma Irpef sarebbe il ceto medio ad ottenere dei vantaggi a livello economico: ecco i dettagli
L’esigenza di riformare le pensioni aumentando soprattutto gli assegni più bassi è da sempre un tema caldo che anima da sempre il dibattito politico. Annualmente le pensioni subiscono variazioni di importo soprattutto per via dell’indicizzazione al tasso di inflazione. Il meccanismo di perequazione previsto dalle normative in vigore è quello che genera queste variazioni, ed è un meccanismo che consente, soprattutto a chi percepisce assegni bassi, di poter vedere lievitare il proprio assegno mensile. Dopo l’indicizzazione degli assegni avvenuto già a gennaio, adesso si parla di nuovi aumenti, ed è proprio di questo argomento che parleremo in questo articolo.
La novità
Con la nuova manovra finanziaria, il governo ha messo mano ad un nuovo taglio dell’Irpef che consentirà a molti pensionati che rientrano in una determinata fascia di reddito, di poter vedere crescere le proprie entrate e i trattamenti percepiti. Fra l’altro, in questo caso, il riferimento è a trattamenti netti dal momento che queste novità vanno ad incidere sulla tassazione. Si tratta di aumenti che andranno ad interessare soprattutto il ceto medio.
La modifica degli scaglioni
Il governo sta lavorando alacremente in questi giorni per modificare ancora l’Irpef dopo la rimodulazione dello scorso anno, che aveva portato benefici ai ceti meno abbienti. La novità che dovrebbe entrare in vigore a giugno, riguarderebbe invece il ceto medio. Questo vuol dire che a breve si metterà mano ad una nuova modifica degli scaglioni IRPEF, dopo quella già avvenuta nel 2024 quando si passò da quattro a tre scaglioni.
Quanto si risparmierà
Se lo scorso anno il secondo scaglione venne inglobato al primo consentendo a molti pensionati di incassare 260 euro in più all’anno grazie alla minore tassazione subita, adesso, invece, l’attenzione si concentra sull’attuale secondo scaglione che riguarda i redditi da 28.000 a 50.000 euro. L’ipotesi allo studio da parte del governo è quella di ridurre l’aliquota dal 35% al 33%. Un taglio che comporterebbe un risparmio di 440 euro in più all’anno. Una buona notizia per molti pensionati che potrebbe concretizzarsi a breve quando questa proposta otterrà l’ok da parte del Parlamento.
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