Pensioni, coloro che hanno un reddito basso potrebbero vedersi aumentato l’assegno pensionistico a partire dal 2025: ecco la grande novità
I vincoli di bilancio troppo stringenti e le pressioni che giungono da Bruxelles incideranno notevolmente sulle scelte che il governo dovrà fare nella prossima finanziaria, anche sul tema caldo delle pensioni. Vi sono delle urgenze che erodono le risorse destinate alla manovra ma nonostante ciò, all’orizzonti si profilano ulteriori aumenti straordinari per le pensioni basse, vale a dire quelle che comunemente vengono definite le “pensioni minime”. In questo articolo illustreremo proprio questa novità che dovrebbe essere inserita nella prossima legge di bilancio.
Cosa potrebbe cambiare
L’aumento extra delle pensioni minime potrebbe essere una scelta utile per mettere a freno le doglianze di tutte quelle persone che per motivi di salute o di età non possono lavorare e che percepiscono assegni mensili che non consentono loro di affrontare le spese quotidiane. Si tratta di un intervento che nacque due anni fa come misura temporanea, ma che il governo ha poi deciso di procrastinare negli anni successivi al fine di integrare i redditi più bassi.
Cosa prevederà la nuova legge di Bilancio
La legge di Bilancio del 2023 aveva già previsto una integrazione delle pensioni minime, oltre alla consueta rivalutazione annuale che aveva fatto lievitare gli assegni del 2,7%. Da quanto si apprende in queste ore, gli assegni del 2025 saranno rivalutati solo dell’1,5% o dell’1,6%. L’aumento straordinario che il governo vorrebbe concedere a chi percepisce le pensioni minime dovrebbe essere dell’1%. Gli assegni, dunque, dovrebbero arrivare a 621 euro al mese.
Le novità sulla perequazione
La nuova manovra finanziaria potrebbe portare delle novità interessanti anche per quanto concerne la perequazione. L’aumento delle pensioni legato al tasso di inflazione subirà delle modifiche sostanziali. Potrebbe essere rivisto il meccanismo di rivalutazione delle pensioni introdotto lo scorso anno. Il taglio della perequazione interessa quei pensionati che percepiscono trattamenti superiori a quattro volte il minimo. Un meccanismo che potrebbe presentare dei profili di incostituzionalità. Per ovviare a questo rischio, il governo vorrebbe estendere la perequazione piena a tutti i pensionati senza fare distinzioni in base al reddito. Si attendono novità in merito nei prossimi giorni.
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