Bancomat, prelevare e acquistare ci costerà di più e torna a crescere il malumore nella filiera dei pagamenti

I nuovi listini entreranno in vigore fra sei mesi circa ma hanno già seminato delle tensioni nella filiera dei pagamenti e nel mondo bancario

Bancomat
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Bancomat ha appena aggiornato il listino delle commissioni modificando anche il modello

Ha suscitato una ondata di proteste e di malumori la decisione di Bancomat di aggiornare al rialzo il proprio listino delle commissioni modificandone anche il modello. Gli aumenti, che entreranno in vigore fra circa sei mesi, sono stati comunicati da Bancomat agli aderenti, alle banche e agli intermediari scatenando il disappunto all'interno della filiera dei pagamenti anche se i nuovi prezzi rimarranno piuttosto contenuti se paragonati alle commissioni che vengono attualmente applicate nei circuiti internazionali delle carte di credito, Visa e Mastercard.

Il nuovo prezziario

L'aggiornamento dei prezzi è da ricollegare anche al lancio del nuovo marchio unico Bancomat che prevederà anche l'applicazione di un nuovo piano industriale. Verranno applicate differenti commissioni in relazione anche al valore del bene acquistato. Le commissioni saranno più ridotte se si acquistano beni di uso comune come un semplice caffè o un libro, mentre saliranno se i beni acquistati sono articoli di lusso come borse o vestiti firmati.

Il nuovo assetto societario

Come ha comunicato la stessa azienda, il nuovo prezziario verrà applicato dal 1° luglio 2025 – data entro la quale, il logo Pagobancomat sparirà dalle carte. Il nuovo corso di Bancomat è segnato anche dalla modifica sostanziale alla governance del gruppo dopo che il fondo Fsi è diventato il primo socio del circuito con il 44%, davanti a Intesa Sanpaolo e Unicredit. Questo nuovo assetto ha comportato anche rilevanti modifiche al modello industriale del circuito. Bancomat, da adesso, non sarà più una semplice società di servizio per le banche azioniste ma diventerà un’impresa a tutti gli effetti.


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Il piano industriale

Il nuovo piano industriale di Bancomat prevederà in futuro nuovi investimenti sull’innovazione e per l’espansione all’estero, ma il rischio è che questi nuovi investimenti vengano scaricati sugli utenti creando nuove tensioni nella filiera dei pagamenti. Anche se gli aumenti del prezziario avranno una incidenza flebile sugli esercenti, potrebbero avere un impatto non indifferente sugli «acquirer», ossia le banche e gli intermediari di pagamento che collegano un negoziante al circuito. Queste aziende, dovendo gestire miliardi di transazioni, potrebbero dover sborsare una quantità rilevante di soldi in più anche per pochi punti percentuali di aumento, vedendosi così ridurre i margini.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.