Il bonus sarà erogato sotto forma di decontribuzione: ecco come funzionerà nel dettaglio
Un comunicato stampa sul prossimo Disegno della legge di Bilancio 2024 diramato dal Consiglio dei Ministri, ha tratteggiato a grandi linee il prossimo bonus mamme 2024 per le donne lavoratrici, che sarà stato erogato sotto forma di decontribuzione. La bozza della manovra che ancora deve essere approvata, prevede l’esonero totale dei contributi IVS a carico delle lavoratrici madri. Tenuto conto che l’importo dei contributi viene ordinariamente trattenuto in busta paga dal datore di lavoro, che poi lo versa all’ente di previdenza con modello F24, l’abbattimento di questo importo avrà vantaggi immediati in busta paga.
Esonero contributivo, cosa comprenderà
Lo sgravio contributivo, se sarà confermato dalla nuova manovra di bilancio, coprirà il periodo che va dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 e sarà appannaggio delle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Uno sgravio che non sarà applicabile ai rapporti di lavoro domestico. L’esonero contributivo abbraccerà quella quota che comprende
l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore per un limite annuo massimo che non potrà in ogni caso superare le 3 mila euro.
Chi ne avrà un vantaggio economico
Secondo quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 37, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, verrà riconosciuto lo sgravio anche alle lavoratrici madri di due figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Secondo uno studio riportato sul portale “upbilancio.it”, il vantaggio economico per le lavoratrici, al netto delle imposte, si dovrebbe attestare su circa 1.700 euro, raggiunti in prossimità della retribuzione lorda di 27.500 euro. Un valore che dovrebbe rimanere “costante per le retribuzioni superiori”.
Limiti e benefici
Facendo un rapido calcolo, le lavoratrici che beneficeranno di questo “bonus” non dovranno pagare contributi IVS per retribuzioni fino a 35.000 euro. In pratica fino a 32.600 euro circa di retribuzione lorda si potrà fruire della decontribuzione, mentre oltre tale soglia agisce il massimale e i contributi dovuti sono pari a quelli risultanti dall’applicazione della aliquota contributiva al reddito eccedente. Per retribuzioni pari o superiori a 65.000 euro, la lavoratriche dovrà solo “metà dei contributi dovuti a legislazione vigente”. Non sono previste penalizzazioni in termini di accesso e misura della pensione.
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