Bonus Renzi, ecco come si può recuperare presentando la dichiarazione dei redditi
Sono tanti i contribuenti che, per vari motivi, non hanno potuto riscuotere nell’anno di imposta 2023 il cosiddetto Bonus Renzi in busta paga. Si tratta del bonus che integra di 100 euro lo stipendio dei dipendenti e dei collaboratori. Per chi non lo ha riscosso ma ne aveva titolo, non tutto è perduto. Il bonus, infatti, può essere recuperato al momento in cui viene presentato il modello 730 il Modello Redditi Persone fisiche. La cosa inversa accade invece per coloro che lo hanno percepito indebitamente in busta paga e che dovranno restituirlo allo Stato proprio con la dichiarazione dei redditi.
Di cosa si tratta
Il bonus IRPEF 100 euro è una misura fiscale che è stata introdotta diversi anni fa, quando al governo c’era appunto Matteo Renzi, per rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Questa integrazione allo stipendio viene accreditata direttamente in busta paga dal datore di lavoro. Se il datore omette di versarlo in busta paga, lo stesso lavoratore potrà richiederlo espressamente al datore inadempiente. Per quanto concerne l’anno di imposta 2023, il bonus complessivo di 1.200 euro spetta in maniera integrale a tutti quei lavoratori il cui reddito non supera i 15 mila euro annui.
La certificazione Unica
Il bonus Renzi viene accreditato anche a coloro le cui detrazioni fiscali trovano capienza nell’Irpef Lorda. In ogni caso, il bonus che verrà erogato non potrà superare la soglia dei 1.200 euro annui, determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni ivi elencate e l’imposta lorda. Se il datore ha ricevuto per intero il bonus Renzi se lo vedrà accreditato e riportato nella CU 2024 che il datore di lavoro è tenuto a consegnare al datore di lavoro entro il 18 marzo 2024. Si tratta della certificazione unica che viene emessa nell’anno in corso ma che è relativa all’anno precedente.
Come fare il conguaglio
Se il bonus Renzi non è stato percepito dal datore di lavoro, si potrà effettuare il conguaglio nella dichiarazione redditi. Infatti, dalla dichiarazione dei redditi si evincerà se il reddito complessivo dichiarato supera o meno i 28 mila euro. Se tale importo non viene superato, il dipendente potrà richiedere che venga pagato in busta paga se effettua il 730/2024 con sostituto d’imposta. Se però chiede il credito in compensazione, potrà dunque spenderlo compensando debiti già contratti con il fisco. Se il dichiarante che ha diritto ai 1.200 euro non indica nessun sostituto d’imposta e chiede il credito a rimborso, sarà la stessa Agenzia Entrate ad effettuare il versamento sul conto corrente del beneficiario.
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