
Per incentivare il passaggio alla fibra ottica il governo potrebbe varare una misura che penalizza gli utenti con le connessioni lente
Un nuovo emendamento presentato da un deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Carmine Raimondo, ha messo nel mirino coloro che ancora si connettono con tecnologie vecchie. Per effetto di questo nuovo emendamento (se dovesse davvero passare), chi si connette ancora con la vecchia Adsl o con le antiche connessioni di rete in rame, dovrà sborsare di più, infatti sarà prevista una tassa che dovrebbe entrare in vigore già dal prossimo mese di gennaio 2025.
Il provvedimento incentiverà il passaggio alla fibra ottica
La tassa del 10% che verrà applicata a questi utenti che si connettono con vecchie tecnologie, renderà le bollette telefoniche decisamente più salate. Se dovesse passare, questo provvedimento di certo graverà su tante famiglie italiane. Una nuova tassa che l’associazione provider AIIP ha già definito «irragionevole». L’obiettivo di questo provvedimento sarebbe quello di accelerare la diffusione della fibra ottica in tutta Italia incentivando anche chi è rimasto alla vecchia tecnologia, ad aggiornarsi.
Ecco quanti sono gli italiani che hanno una connessione lenta
I fondi che il governo racimolerà dopo l’approvazione della nuova tassa finiranno a sua volta in un altro fondo con cui si sosterranno i costi della migrazione verso la rete a banda ultralarga. L’obiettivo conclusivo sarà quello di effettuare una transizione definitiva dalle reti in rame alla fibra ottica. Le ultime statistiche dicono che la maggior parte degli italiani si connettono ancora con le vecchie reti in rame. Per la precisione, le connessioni FTTH (Fiber to the Home) sono il 20%, e quelle FWA (Fixed Wireless Access). Complessivamente le reti alternative al rame rappresentano meno del 30% del totale. Un dato ben al di sotto della media europea.
La presa di posizione dell’associazione provider AIIP
Il nuovo emendamento è stato attaccato duramente dall’associazione provider AIIP che in un comunicato ha stigmatizzato il fatto che questo provvedimento “non tiene conto della cronica carenza di manodopera specializzata che frena da anni la realizzazione delle infrastrutture”. L’obiettivo dell’Unione Europea è quello della transizione digitale globale nelle connessioni entro il 2030. Per quella data si spera che la banda ultralarga (FTTH) sia davvero disponibile per tutti gli utenti italiani.
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