Continua la corsa al rialzo del costo della benzina dopo le ultime tensioni geopolitiche: le prospettive per le prossime settimane
La corsa al rialzo del prezzo dei carburanti sembra ormai diventata senza soluzione di continuità. Gli ultimi prezzi praticati dai distributori si aggira già attorno ai 2,10 euro al litro (benzina) anche nelle fasce low cost. Secondo l’ultima rilevazione di Quotidiano energia di ieri il prezzo massimo registrato è stato di 2,131 al servito, mentre per il diesel i valori oscillano attualmente tra 2,030 e 1,852.
I valori record delle ultime ore
La bruttissima notizia per i consumatori, come ha avuto modo di sottolineare Assoutenti, è che si stanno registrando in queste ore punte di 2,5 euro per un litro di benzina. Una cifra record che è stata praticata dal alcuni distributori dislocati lungo l’autostrada A2. Si tratta chiaramente di speculazioni vere e proprie perchè tali prezzo non sono ancora giustificati, anche se non si sa cosa accadrà nei mesi a venire, permanendo l’attuale situazione geopolitica.
Le cause degli aumenti
La causa degli aumenti delle materie prime è da ascrivere al rialzo del prezzo delle materie prime, in special modo del petrolio greggio che in questi giorni ha raggiunto punte massime di 90 euro al barile, nelle quotazioni di Londra dove il Brent è il punto di riferimento dei mercati europei. La crescita è stata del 20% rispetto ai minimi di inizio dicembre. Nonostante gli aumento così corposi, al meno il rialzo del prezzo della benzina si attesa attorno al +7%, ma le prospettive sono tutt’altro che rosee. L’effetto adeguamento si registrerà probabilmente nelle prossime settimane.
Le tensioni geopolitiche in atto
Oltre all’aumento del prezzo delle materie prime, c’è da registrare anche l’escalation della tensione nel Mar Rosso, a causa delle incursioni degli Houthi che stanno frenando il traffico delle navi petroliere costringendole a dover effettuare un giro tortuoso e complicato per arrivare a destinazione. Anche dal fronte russo-ucraino non si registrano notizie positive dopo gli ultimi attacchi da parte di Kiev alle raffinerie russe che hanno mandato in fumo 900 mila barili di capacità di raffinazione. Il governo potrebbe nuovamente intervenire sulle accise per neutralizzare parzialmente i rincari, basterà?
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