I civili possono davvero essere chiamati alle armi se l’Italia dovesse scendere in guerra? Ecco la spiegazione degli esperti
Le tensioni geopolitiche in atto potrebbero anche prevedere, in linea teorica, la possibilità che il nostro paese possa essere coinvolto in una nuova guerra. Il ministro della difesa Crosetto, negli ultimi giorni, ha espresso il proprio obiettivo di costituire una forza di 10mila riservisti, pronti a intervenire in supporto alle Forze armate, se il nostro paese dovesse essere coimvolto in un conflitto bellico. Per spiegare cosa accadrebbe in caso di coinvolgimento in una guerra, abbiamo tenuto in considerazione la guida di Paolo Remer, ex magistrato, che sul sito La legge per tutti, ha illustrato lo scenario che potrebbe ipotizzarsi.
Chi potrebbe essere chiamato a difendere la Patria
Se l’Italia dovesse entrare in guerra, ad essere coinvolti in prima battuta sarebbero i militari di carriera delle nostre Forze armate (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza). Se dovessero servire ulteriori contingenti, entrerebbero in campo gli ex militari che abbiano completato il servizio da meno di cinque anni. I civili sarebbero chiamati in causa solo ed esclusivamente se questi contingenti dovessero risultare insufficienti.
La chiamata dei civili
Per la chiamata dei civili si farà riferimento solo ed esclusivamente alle liste di leva che includono i cittadini maschi tra i 18 e i 45 anni. Dalle liste verranno selezionati solo coloro che risultano idonei alla visita. “I militari di carriera – specifica Remer nella propria guida – sono sempre a disposizione. E dobbiamo precisare che le emergenze potrebbero non arrivare a una guerra vera e propria”. In ogni caso, non potranno essere chiamati in guerra “i Vigili del fuoco e gli appartenenti alle Forze di polizia ad ordinamento civile, dalla Polizia di Stato alla penitenziaria alla Polizia locale”.
Si può dire di no alla chiamata alle armi?
In base a quanto disposto dall’articolo 52 della Costituzione, nessuno può rifutarsi di arruolarsi se chiamato dalla Patria alle armi. L’articolo recita testualmente che “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”. Solo un grave motivo di salute può giustificare il no alla chiamata alle armi. In realtà la chiamata dei civili alle armi è solo una ipotesi da considerare molto remota anche per una questione logistica legata alla formazione e all’addestramento.
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