Cinzia Leone e l'aneurisma che la colpì quando aveva 32 anni: "Quella sera sanguinavo...". I sintomi per riconoscerlo

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Cinzia Leone colpita da un'aneurisma all'età di 32 anni

Cinzia Leone è stata ospite nello studio de “La Volta Buona", programma condotto da Caterina Balivo nel primo pomeriggio di Rai1, ha condiviso con lei i momenti più importanti della sua vita, inclusi quelli più belli e divertenti. Per l'occasione, l'attrice ha dovuto stilare una classifica delle 5 canzoni che rappresentano per lei un grande significato. Ma Cinzia ha parlato anche di un evento molto delicato e drammatico della sua vita, rivelando che nel 1991 quando lei aveva 32 anni, fu colpita da un'aneurisma, tra l'altro durante la prima del film “Donne con le Gonne" di cui era protagonista. Dunque, ha condiviso anche il suo percorso di rinascita e il modo in cui è riuscita a riprendere in mano la sua vita.

Il dramma di Cinzia Leone

L'attrice ha sempre tentato di affrontare ogni situazione con un sorriso, e nella sua narrazione a La Volta Buona ha ripercorso uno dei capitoli più dolorosi e complessi della sua vita. “Io ho cercato di ballare e ho ballato anche quando non potevo, perché dentro di me ho sempre sentito grande energia. Raccontando ciò che è successo dall’inizio, io dovevo andare alla prima di un film in cui avevo recitato, non volevo nemmeno andare ma mamma mi convinse. Ebbi un aneurisma, venni soccorsa da Francesco Nuti che mi portò di corsa all’ospedale, venni operata in America e tornata qua in Italia dovetti ricominciare a fare tutto“. E' quanto riportato da Leggo.it.

Il percorso di rinascita

L'attrice racconta che quando stava in ospedale, diceva agli altri di ballare con la testa: la vita era lì e andava comunque celebrata. Cinzia, commuovendosi ha poi aggiunto: “Questi passaggi in cui si fluttua dalla risata, al pianto, sono normali, nel senso che se sono storie di vita, vanno raccontate come sono successe“. La donna ha poi spiegato che il recupero delle facoltà fisiche e mentali è durato 30 anni: “Ho dovuto recuperare la mobilità del mio corpo e la mia identità. Tutto questo processo è durato 30 anni perché quando ho avuto il malore ne avevo 32, ho capito strada facendo che il recupero non sarebbe durato un anno. Tra l’altro, se mamma non mi avesse spronata ad andare al cinema, io sarei morta perché ero a casa da sola. Quella sera ricordo di avere avuto un grande mal di testa e proprio per questo non volevo uscire, ma comunque sanguinavo già, solo che mai avrei pensato di avere un aneurisma in corso“.

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