L’Iban dovrebbe essere custodito sempre gelosamente per evitare che altri possano utilizzarlo per fini malevoli
Tutelare i dati personali non è mai stato importante come in questo periodo in cui gli attacchi alla nostra sicurezza si moltiplicano di giorno in giorno. Quando la tutela di questi dati riguarda il nostro conto corrente, occorre sempre fare grande attenzione, anche perchè hacker e pirati informatici escogitano ogni giorno soluzioni sempre più sofisticate per poter accedere ai conti delle persone meno avvedute. Il codice Iban, ad esempio, può diventare la porta di ingresso al nostro conto per gli hacker più scaltri, ecco perchè non dovremmo mai divulgarlo a persone di cui non ci fidiamo.
Come usare l’Iban
Se il nostro codice IBAN dovesse finire nelle mani sbagliate, qualche rischio lo corriamo in ogni caso, anche se conoscere questo dato di per sé non consente a nessuno di poter prelevare denaro dal nostro conto. Le news che girano in questi giorni documentano un incremento costante dei casi di truffe perpetrate tramite conti bancari. Il codice IBAN è composto da lettere e numeri e ci aiuta ad effettuare facilmente e rapidamente le transazioni bancarie. Ogni conto corrente ha quindi il suo personale Iban che identifica il Paese, la banca e il numero di conto corrente.
La recente decisione della Cassazione
Una recente sentenza emessa dalla Corte di Cassazione ha stabilito che il codice IBAN è un dato personale e va quindi protetto. Una tesi condivisa anche dal Garante della Privacy. Ecco perchè è importante custodirlo con cura senza divulgarlo a persone che non conosciamo e che potrebbero essere animati da cattive intenzioni. Il nostro Iban potrebbe essere un mezzo nelle mani di persone senza scrupoli che vorrebbero appropriarsene per risalire al nostro numero di conto corrente. Commettere l’ingenuità di fornire il codice IBAN al truffatore di turno, può davvero costarci caro.
I rischi che si possono correre
Va chiarito che, in teoria, divulgare l’Iban non ci espone ad alcun rischio diretto perchè non consente a chi lo possiede di poter fare operazioni o transazioni col nostro conto. L’unico rischio che si corre concretamente è che qualcuno possa usare il nostro conto corrente per un addebito in banca, ma anche in questo caso servirebbe il consenso espresso del titolare del conto. Ma ormai è dimostrato che gli hacker più esperti hanno escogitato mezzi sempre più sofisticati per aggirare il problema. Ad esempio, molti riescono ad accedere all’home banking della vittima grazie a sistemi di phishing, autorizzando l’addebito in proprio favore. Ecco perchè non occorre mai divulgare l’Iban a cuor leggero.
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