I requisiti attuale per andare in pensione con la pensione di vecchiaia e le alternative per chi ancora non ha maturato le condizioni
Anche per la pensione di vecchiaia, come per tutte le altre forme pensionistiche, la legge prevede l’applicazione di requisiti stringenti per potervi accedere. Per quanto riguarda proprio la pensione di vecchiaia, il compimento del 67mo anno di età è il primo requisiti da soddisfare secondo l’attuale normativa, ma non basta. Occorre anche aver maturato il minimo dei contributi richiesti, altrimenti bisognerà rinviare la fatidica data del collocamento a riposo. In questo articolo vedremo proprio come è possibile andare in pensione di vecchiaia quando i requisiti contributivi sono molto vicini ma non sono ancora raggiunti perchè mancano pochi mesi.
Come funziona l’attuale legge
Secondo quanto prevede l’attuale legge, la pensione di vecchiaia ordinaria, riguarda la totalità dei lavoratori senza distinzione tra dipendenti del settore pubblico o del settore privato. Gli attuali requisiti per raggiungere questo obiettivo sono rimasti invariati e probabilmente lo rimarranno almeno fino al 2026. L’attuale legge, per conseguire la pensione vecchiaia, richiede necessariamente il requisito anagrafico dei 67 anni di età e il versamento di almeno 20 anni di contributi.
Le ultime novità
Le nuove leggi hanno reso più malleabili questi criteri, allargando la platea dei beneficiari consentendo anche a coloro che prima del 2023 non avevano i requisiti, di poter accedere ugualmente alla pensione di vecchiaia. Si tratta dei cosiddetti contributivi puri, cioè coloro che hanno versato i proprio contributi solo dopo il 31 dicembre 1995. Per loro, fino al 31 dicembre 2023 il requisito minimo per andare in pensione era stato quelli di aver maturato una pensione inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Da gennaio di quest’anno serviranno 67 anni di età e 20 anni di contributi, ma non sarà più attivo il vincolo dell’importo minimo della pensione.
Le alternative
Il requisito contributivo, purtroppo, non si può aggirare. Anche se mancano solo pochi mesi di contributi da versare per raggiungere 20 anni di contributi, non è possibile accedere alla prestazione e collocarsi a riposo. Solo per alcune lavoratrici madri nel sistema contributivo possono accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni invece di 67. L’attuale normativa prevede infatti che per ogni figlio a carico viene ridotta l’età pensionabile di 4 mesi, fino a un massimo di 12 mesi.
Ma questa regola non può costituire deroga al requisito dei 20 anni di contributi, che rimangono necessari anche per le madri lavoratrici. L’alternativa alla pensione di vecchiaia è l’assegno sociale per chi non ha 20 anni di contributi versati. Si tratta di una misura assistenziale e non di una vera e propria pensione. Per poter maturare il diritto all’assegno sociale, il reddito annuo del contribuente non deve risultare superiore all’importo annuale dello stesso assegno sociale, che è di 534,41 euro al mese, e quindi 6.947,33 euro all’anno.
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