
L’ottanta per cento dei votanti è stato nominato da Bergoglio ma questo non garantirà l’elezione di un suo prosecutore
Parlare di favoriti quando si tratta di eleggere un nuovo Papa è un eufemismo. Raramente il prescelto è stato indicato tra i papabili. Anche stavolta il destino del prossimo conclave potrebbe essere quello di eleggere un outsider, proprio per questa ragione non ha senso dare adito a pronostici o previsioni. In genere, quando i cardinali entrano nella Sistina, ogni schema o ogni preconcetto è destinato a saltare. Anche le candidature di Papa Wojtila e quella di Bergoglio erano scarsamente quotate, poi le cose sono andate diversamente.
Su chi cadrà la scelta?
L’elezione di un Papa non è mai frutto di scelte banali o poco ponderate. I cardinali sanno bene che eleggeranno un uomo al quale sarà affidato un potere enorme, superiore a qualunque altra carica del pianeta per l’influenza che eserciterà, non solo a livello religioso ma anche politico e sociale. Per questa ragione pensare che possa essere arrivato il turno di un africano o di un progressista, non ha alcuna rilevanza. La scelta inevitabilmente cadrà su un profilo condiviso da tutti e sarà frutto di lunghe ed estenuanti mediazioni dall’esito imprevedibile.
Il conclave e i rapporti di forza
Il dato che fa riflettere e che potrebbe condizionare i pronostici è quello secondo il quale l’80% dei cardinali che prenderanno parte al Conclave è stato nominato proprio dal Papa uscente. Questo potrebbe far pensare che il favorito d’obbligo potrebbe essere un Papa dalle idee affini a quelle di Bergoglio e che potrebbe proseguire il cammino intrapreso dalla Chiesa negli ultimi 12 anni, ma anche questo tipo di previsione potrebbe essere facilmente smentita dai fatti. In ogni caso si tratta di un Conclave che rappresenterà praticamente ogni angolo del pianeta, anche se la composizione sarà sbilanciata a favore dell’Europa che sarà rappresentata da 54 cardinali. Ventiquattro saranno gli asiatici, 22 i rappresentanti dell’America Latina, 18 africani e 5 Oceanici.
I favoriti
Il nome che appare i cima alla lista tra i papabili è quello del Cardinale Parolin, 70 anni. Un uomo apprezzato dal Papa Bergoglio per le sue capacità diplomatiche che gli hanno consentito di concludere l’accordo con la Cina sui vescovi. Parolin è stato a lungo il braccio destro del Papa, un consigliere affidabile e inappuntabile. Autorevole sembra essere anche la candidatura del cardinale Zuppi, 69 anni, l’uomo al quale il Papa affidò la missione di Pace in Ucraina. Tra le candidature considerate di taglio “progressista” spunta quella del francese Aveline, 66 anni, marsigliese. Una figura emergente che ben si attaglierebbe al ruolo di continuatore della linea di condotta intrapresa da Papa Francesco.
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