Cosa non torna nel caso della piccola Giulia uccisa dal pitbull ad Acerra
di Marco Reda
Ecco il nuovo elemento che preoccupa gli inquirenti sulle indagini riguardo la morte della piccola Giulia
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La tragedia della piccola Giulia e il dettaglio che insospettisce gli investigatori: ecco la possibile svolta nelle indagini
La morte della piccola Giulia, di appena nove mesi, ha sconvolto Acerra e l'intera provincia di Napoli: la bimba è deceduta qualche settimana fa nell'appartamento di famiglia, situato nel rione popolare Ice Snei, a causa dell'aggressione di Tyson, un pit bull di otto anni e venticinque chili. Secondo la prima ricostruzione la neonata dormiva nel lettone con il padre mentre la madre era al lavoro… tuttavia, come riportato da LaStampa.it, un elemento scioccante sta insospettendo gli inquirenti.
Il dubbio da chiarire
Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nei pressi del rione Ice Snei. L'obiettivo è verificare se Vincenzo Loffredo, padre della bambina e unico adulto presente in casa quella sera, fosse realmente nell'appartamento al momento dell'aggressione. Questo dettaglio potrebbe stravolgere l'intero quadro delle indagini. Gli inquirenti non escludono infatti che l'uomo possa essersi allontanato, anche solo per pochi minuti, lasciando la figlia da sola con i cani. La visione dei filmati è considerata cruciale per chiarire le responsabilità e comprendere come sia potuta accadere una simile tragedia.
Il sonno profondo del padre
Secondo la versione fornita agli investigatori Loffredo avrebbe detto di essersi addormentato profondamente accanto alla figlia intorno alle 22:00. Al risveglio, circa un'ora e mezza dopo, ha trovato la bambina a terra in una pozza di sangue. L'uomo ha spiegato di aver avuto un crollo fisico dovuto al lavoro, non accorgendosi di nulla durante l’aggressione. Gli inquirenti, per verificare la veridicità di questa dichiarazione, hanno disposto esami tossicologici. Dai primi risultati l'uomo sarebbe risultato positivo ai cannabinoidi, ma privo di altre sostanze come alcol e oppiacei. Resta da chiarire se l'eventuale stato alterato di coscienza possa aver influito sulla sua capacità di percepire quanto accadeva accanto a lui.
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La ricostruzione degli orari
Stando alle indagini Giulia si sarebbe addormentata alle 22:00 insieme al padre. Intorno alle 23.30 l’uomo si sarebbe svegliato trovando la piccola esanime. Senza chiamare subito i soccorsi ha deciso di portarla a piedi alla clinica Villa dei Fiori, distante pochi minuti dall’abitazione. La telefonata al 118 è stata effettuata solo dopo essere uscito di casa. L’arrivo al Pronto Soccorso è avvenuto alle 00:26 ma per la bambina non c’era più nulla da fare. Quest'intervallo di circa un'ora e mezza, ritenuto inspiegabile dagli inquirenti, rappresenta uno degli elementi chiave dell'indagine.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.
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