Crollo palazzina a Saviano, il racconto del Carabiniere: "Dalle macerie il bimbo gridava mamma..."
Crollo palazzina a Saviano, il racconto del carabiniere che scavava tra le macerie è molto toccante
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Crollo palazzina a Saviano
Durante la notte del 23 settembre 2024 si consuma una tragedia. A Saviano, nel napoletano, crolla una palazzina. Quasi un'intera famiglia muore, quattro persone su sei non ce l'hanno fatta. Vincenza Spadafora di 41 anni, con i suoi bimbi di 4 e 6 anni, la loro nonna paterna, Autilia Ambrosino, di 79 anni che viveva al secondo piano. Invece, sono rimasti feriti il papà Antonio Zotto di 40 anni e il terzo fratellino di 2 anni, attualmente ricoverati rispettivamente all'Ospedale Cardarelli e al Santobono di Napoli. I funerali cominciati alle 17:00 si sono celebrati nella scuola media Ciccone di Via Falcone e Borsellino, a Saviano, scelta appositamente per fare fronte all'imponente partecipazione che era stata annunciata.
Il racconto del Carabiniere: “Dalle macerie il bimbo gridava mamma…"
“Mamma mamma mamma", pochi secondi rotti da flebili lamenti che provenivano dalle macerie, giusto in tempo per indirizzare i soccorsi. E il ricordo e il racconto all'Ansa, come riporta il corriere.it, di quelle ore drammatiche nelle parole di uno dei due carabinieri corsi per primi sul luogo della tragedia: sono l'appuntato scelto Dario D'Ambrosio con il collega brigadiere capo Mario Michele Conte. I due stavano girando in perlustrazione proprio a Saviano, per ordine del loro comandante, il capitano Edgard Pica, che coordina le attività della Compagnia di Nola, giunto sul luogo del disastro una mezz'oretta dopo i suoi uomini. Hanno sentito il boato e visto una colonna di fumo e polvere a forma di fungo, levarsi in cielo, grazie al quale hanno rapidamente individuato il punto esatto della tragedia.
“Era crollato tutto"
“Era crollato tutto, c'erano segni dell'esplosione ovunque, auto distrutte, finestre sradicate dall'onda d'urto, una scena che non dimenticheremo mai“. “Abbiamo sentito chiedere aiuto, dalle macerie“, dice ancora l'appuntato D'ambrosio, “Aiutatemi, c'è la mia famiglia qua sotto", ricorda tra le lacrime il carabiniere – e poi, poco dopo, la voce di un bimbo che cercava la mamma".
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“Non siamo eroi…"
Due lamenti che sono durati pochi secondi ma che, grazie alla prontezza dei due carabinieri, sono stati essenziali per sapere dove andare a scavare. “Ci siamo fiondati tra le pietre e abbiamo scavato a mani nude, in quei due punti, quando l'odore del gas era ancora penetrante, tra l'acqua che fuoriuscita dai tubi divelti e i fili elettrici che scintillavano“. Poco dopo, con il supporto dei vigili del fuoco, arrivati sul posto subito dopo insieme ai rinforzi chiamati via radio prima di intervenire è stato estratto Antonio. A seguire suo figlio di 2 anni. Dice il carabiniere “Quando l'ho visto coperto dalla polvere è stato come avere visto le mie figlie e i miei nipotini, lì, tra le macerie. Era vivo e questo mi ha spinto a scavare con ancora più determinazione".
Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.
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23 Settembre 2024 | ore 15:04