
Gli arretrati deriveranno dagli aumenti che sono stati previsti per il triennio 2022-24 per alcune categorie di lavoratori: ecco quali
Il recepimento del contratto nuovo che riguarda le forze armate per il triennio 2022-2024 ha fatto in modo che entrassero in vigore i nuovi trattamenti economici per il personale militare. Fra le novità più rilevanti spicca quello degli aumenti dei salari con un incremento minimo mensile di circa 100 euro che può arrivare in determinati casi anche a 120 euro. Questi aumenti avranno delle conseguenze positive anche sulla pensione futura proprio perché il montante si basa anche sulla retribuzione lorda che i militari riescono a raggiungere durante la loro carriera lavorativa.
Gli arretrati
Con il nuovo contratto è previsto anche il riconoscimento di arretrati che riguarderanno l’intero anno 2024 e alcuni mesi del 2025. Si tratta di importi aggiuntivi che comporteranno la corresponsione di arretrati per un importo di circa 1.250 euro. Gli arretrati saranno calcolati anche tenendo conto delle somme già erogate in passato come fu nel caso dell’indennità di vacanza contrattuale il cui importo risultò pari a mezzo punto percentuale dello stipendio.
Le mansioni che riceveranno gli aumenti
Il decreto in questione prevederà aumenti rilevanti anche per il personale che svolge funzioni di elevata responsabilità come gli equipaggi di volo e gli sperimentatori ai quali verrà riconosciuta anche una indennità fino al 155 per cento. Aumenti analoghi sono previsti anche per coloro che svolgono missioni in ambienti ostili e poi gli operatori subacquei che svolgono attività a rischio per la propria incolumità. Proprio per questa ragione questo tipo di laboratori percepisce un’indennità di rischio.
Gli altri aumenti previsti
Sono previsti degli aumenti anche per quanto concerne quegli operatori che lavorano nel comparto cyber e che si occupano di sicurezza informatica. Il contratto è stato accolto con riserva da parte dei sindacati che sostengono che questi aumenti non compensano del tutto la perdita di potere d’acquisto soprattutto se si tiene in considerazione il fatto che nel solo 2023 l’incremento previsto dei prezzi al consumo e stato del 17%.
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