L’inchiesta sulla scomparsa della bambina potrebbe riaprirsi nuovamente in presenza di fatti nuovi: ecco tutti i dettagli
Quando ormai sono trascorsi ben tre anni dall’ultima archiviazione delle indagini relative alla scomparsa di Denise Pipitone da parte del Gip di Marsala, adesso tutto potrebbe tornare in discussione a causa di alcuni accadimenti recenti che potrebbero mutare il quadro. A spingere per riaprire il caso è il padre della piccola bambina che nel settembre del 2004 sparì misteriosamente a Mazara del Vallo, facendo perdere completamente le tracce di sé. I genitori non si sono mai rassegnati alla perdita della figlioletta.
La dichiarazione dei legali
Il padre di Denise sostiene di avere in mano degli elementi nuovi per riaprire il caso. La legge prevede che solo in presenza di fatti nuovi e rilevanti ai fini dell’inchiesta, la stessa possa essere riaperta. Il quotidiano “La Sicilia” ha riportato una dichiarazione della legale della famiglia Pipitone, Luisa Calamia secondo la quale “la procura non ha ancora risposto, quindi c’è un segreto istruttorio”. La scomparsa di Denise Pipitone, che in quel lontano 1 settembre 2004 stava giocando nei pressi della casa della nonna, è diventata un vero e proprio rompicapo che ha destato sconcerto in tutto il Paese, alimentando varie suggestioni e ipotesi alcune delle quali molto inquietanti.
Il percorso tortuoso delle indagini
L’indagine sulla scomparsa di Denise è stata chiusa e riaperta in diverse occasioni, in coincidenza di nuovi avvistamenti, nuove testimonianze e nuovi spunti. L’ultima riapertura del caso è avvenuta nel 2021 quando vennero iscritti nel registro degli indagati Anna Corona e Giuseppe Della Chiave, accusati (ingiustamente) di concorso in sequestro. Sotto inchiesta finì anche una coppia romana che avrebbero asserito, secondo la magistratura in modo assolutamente falso, di essere a conoscenza di particolari sulla scomparsa della bambina di Mazara del Vallo.
Le altre segnalazioni infondate
Del caso se ne tornò a parlare nel 2021 quando dalla Russia giunse notizia del ritrovamento di Denise. In realtà l’esame del Dna dimostrò che la bambina ritrovata non era lei. Nel corso delle indagini si sono susseguite false testimonianze, segnalazioni infondate e accuse non suffragate dai fatti. Perfino una ex magistrata venne poi condannata per false informazioni al Pm dopo aver asserito di aver raccolto elementi di novità sulla vicenda.
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