I dipendenti pubblici riceveranno un cedolino che conterrà l’anticipo una tantum: ma alcuni saranno costretti a restituirlo nel 2024
Nelle prossime settimane molti dipendenti pubblici riceveranno un cedolino che conterrà un anticipo una tantum che riguarda gli aumenti contrattuali futuri che verrà accreditato in busta paga. Una decisione che creerà palesi e paradossali difficoltà a circa 150 mila lavoratori che il prossimo anno dovranno andare in pensione e che saranno tenuti a restituire l’importo anticipato.
Gli aumenti previsti nell’ambito del rinnovo dei contratti pubblici
Una situazione che potrebbe avere un impatto importante sui beneficiari come hanno già avuto modo di chiarire ed illustrare alcuni quotidiani a diffusione nazionale. L’anticipo in questione riguarderà una parte dei 7,3 miliardi di euro che l’esecutivo ha deciso di destinare per finanziare il rinnovo dei contratti pubblici.
A quanto ammonta l’indennità di vacanza contrattuale
Sarà stanziata una cifra pari a due miliardi di euro con importi variabili da 600 a 2.000 euro, in base alla categoria professionale. Una sorta di anticipo parziale delle future rate mensili dell’indennità di vacanza contrattuale maggiorata, che sarà versata sui conti correnti dei dipendenti pubblici anche per fronteggiare le spese natalizie.
L’esempio
Per fare un esempio pratico, il dipendente che dovrà percepire un importo pari a 50 euro come indennità di vacanza contrattuale, riceverà l’anticipo di un anno pari a 650 euro. Qualora però il dipendente dovesse decidere di andare in pensione già ad inizio del 2024, dovrà restituire quella parte di anticipo relativo ai mesi in cui non lavorerà. L’anticipo potrebbe avere delle conseguenze sulle buste paga di gennaio.
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