Filippo Turetta dopo la condanna all'ergastolo: "Sentenza giusta. Adesso non me la sento di..."
Ieri la Corte d'Assise di Venezia ha condannato Filippo Turetta all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin: la reazione del 22enne.
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Omicidio Giulia Cecchettin, ergastolo per Filippo Turetta
Nella giornata di ieri, martedì 3 dicembre 2024, la Corte d'Assise di Venezia ha condannato Filippo Turetta all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, il sequestro e l'occultamento di cadavere. Escluse le aggravanti di crudeltà e stalking. Prima di essere accompagnato al terzo piano del carcere di Verona – come si legge su “Repubblica.it" – il 22enne ha avuto modo di parlare con chi lo segue ogni giorno.
Le parole di Filippo Turetta dopo la condanna all'ergastolo
“L'attesa è stata angosciante. Penso sia una sentenza giusta, me l'aspettavo". È questo l senso delle parole che – come si legge su “Repubblica.it" – il 22enne ha confidato a chi ha avuto la possibilità di parlarci. Gli avvocati lo aveva preparato a questo possibile epilogo ed anche Turetta è apparso “consapevole" agli occhi di chi lo ha seguito in tutto questo periodo. Al giovane nativo di Torreglia viene domandato se vuole chiamare i suoi genitori e Turetta risponde di no, di non sentirsela adesso, aggiungendo: “Chiamo mia mamma domani, è il suo compleanno".
Turetta vuole rimettersi a studiare
Filippo Turetta ormai si trova in carcere dal 25 novembre del 2023 e nella sua sezione – come si legge su “Repubblica.it" – ci sono una scuola ed una cappella per la preghiera, oltre ad una palestra ed uno spazio per scrivere: proprio lì, probabilmente, ha scritto il memoriale di 90 pagina che è finito negli atti del processo. La sua ruotine tra le mura del carcere di Verona oggi è quella del corso di inglese, della palestra, della televisione, dei libri, la chitarra. Inoltre, il 22enne avrebbe detto di voler rimettersi a studiare.
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I genitori chiedono riservatezza
Nicola ed Elisabetta, i genitori di Filippo, presto – come si legge su “Repubblica.it" – lo andranno a trovare in carcere. Hanno preferito non prendere parte alle udienze per non rischiare di interferire con il processo, oltre che per evitare la calca mediatica. Ora proveranno ad assorbire la condanna all'ergastolo nei confronti del figlio e – come ha riferito la loro avvocata Paola Rubini – chiedono riservatezza e non rilasciano dichiarazioni.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.
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