Filippo Turetta e il rischio ergastolo: la reazione dal carcere del 22enne
Dalla chiusura delle indagini preliminari è emerso che il 22enne Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, avrebbe studiato e pianificato nei minimi particolari il piano per uccidere la fidanzata per poi infierire sul corpo della studentessa con crudeltà. Questo è quanto riportato dal corriere.it.
Le guardie guardano a vista Filippo Turetta
Lo studente di Torreglia in provincia di Padova è chiuso nel carcere di Montorio, in provincia di Verona, da circa sei mesi. A differenza di come è sempre accaduto, questo mercoledì Filippo Turetta non ha incontrato i genitori Elisabetta e Nicola. Il direttore del carcere veronese, in accordo con gli psicologi che lo seguono, hanno ritenuto che per il giovane si trattasse di un momento troppo delicato. Il 22enne, guardato a vista dalle guardie, è venuto a conoscenza della chiusura delle indagini e si è chiuso nel silenzio. Dal carcere è trapelata l’ipotesi dell’ergastolo che forse ha scosso Filippo Turetta. Tuttavia, Giampietro Pegoraro della Fp Cgil Veneto Polizia penitenziaria spiega: “Non ha avuto crisi, come si temeva, è comunque sotto controllo in quanto, in questi casi, le reazioni non sono prevedibili. Si teme infatti compia atti contro la sua persona“.
La comunità di Torreglia e il risultato delle indagini
Papa Francesco, poco dopo il funerale della vittima di femminicidio Giulia Cecchettin, aveva contattato Gino Cecchettin per fargli le condoglianze e incoraggiarlo a continuare la sua missione tramite la neo fondazione di aiuto alle donne vittime di violenza. La comunità padovana di Torreglia, mercoledì 15 maggio, non ha voluto commentare l’esito della chiusura delle indagini relative all’omicidio di Giulia Cecchettin. Qualche residente ha detto “siamo sgomenti, in questo momento siamo vicini ai genitori Nicola ed Elisabetta che devono affrontare un dramma nel dramma“.
Non c’è stato l’incontro con il Papa
Sono circa sei mesi che Filippo Turetta è chiuso nel carcere veronese di Montorio, non ha mai fatto richieste particolari e nemmeno un accenno agli studi che erano ormai arrivati alla fine. Fonti vicine al carcere, dicono che chiede solo libri, legge molto, interagisce con gli altri detenuti e incontra sei volte al mese i genitori. Guarda la tv e ascolta musica. Due le ore di colloquio con la famiglia, il martedì e il sabato. Il 22enne omicida è sempre seguito dagli psicologici del carcere e ricorrerebbe spesso ai farmaci per dormire. Non ha mai chiesto, diversamente da come era trapelato, di giocare con la Playstation o di navigare in internet. Filippo Turetta viene definito schivo e distaccato, insomma, si sarebbe attenuto alle regole e ai ritmi del carcere. Sabato c’è il Papa in visita a Montorio, tuttavia non è previsto alcun incontro tra Turetta e il Pontefice. Il portavoce della Cgil Veneto penitenziari ha detto: “Filippo si trova in una condizione psicologica delicata, non è tra i detenuti che incontreranno il Papa. Salvo non ci siano cambiamenti all’ultimo“.
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