Leopardi – Il Poeta dell’Infinito: la serie evento in onda su Rai 1
Mercoledì 8 gennaio 2025 è andata in onda la seconda ed ultima puntata di “Leopardi – Il Poeta dell’Infinito” su Rai 1: si tratta di una miniserie evento che ha raccontato la vita di Giacomo Leopardi in modo del tutto differente rispetto alla solita raffigurazione di un poeta triste e depresso che solitamente viene insegnata sui banchi di scuola, soffermandosi invece sulla sua natura brillante e appassionata.
Giacomo Leopardi, ecco qual è la malattia che lo avrebbe portato alla morte a 39 anni
Secondo recenti ipotesi Giacomo Leopardi sarebbe stato affetto da spondilite anchilopoietica giovanile o, più correttamente, spondilite anchilosante giovanile: una malattia infiammatoria cronica a carico della colonna vertebrale e delle articolazioni sacroiliache (ossia dell’osso sacro) che può provocare una sensibile riduzione della mobilità e dei movimenti. Se non si procede con una adeguata terapia, questa patologia può determinare la fusione delle vertebre, finendo per rendere praticamente impossibili o molto complicati anche i movimenti quotidiani più semplici.
La tesi del Professor Erik Sganzerla
A suggerire la malattia cronica della quale soffriva Giacomo Leopardi che lo ha poi portato alla morte a 39 anni è stato il Professor Erik Sganzerla, direttore di Neurochirurgia dell’Ospedale San Gerardo-Università Bicocca di Milano. Il Professor Sganzerla, infatti – come si legge su “Fanpage.it” – ha trovato delle prove sufficienti per affermare la sua tesi andando ad analizzare le oltre 1900 lettere lasciate dal poeta marchigiano. È importante sottolineare come si tratti al momento solo di un’ipotesi che non ha ancora ricevuto l’approvazione unanime da parte della comunità scientifica.
NELLA PAGINA SUCCESSIVA I SINTOMI DELLA MALATTIA
Giacomo Leopardi, quali sono i sintomi della sua malattia?
I sintomi della spondilite anchilosante giovanile possono variare da paziente a paziente: in generale, comunque, il sintomo più comune (nonché uno dei primi) è il dolore alla schiena lombare di natura infiammatoria. La Fondazione Humanitas spiega che si tratta di un dolore che si distingue dal dolore meccanico in quanto aumenta a riposo e può essere accompagnato da rigidità appena svegli, diminuendo con il movimento. Il dolore , inoltre, può andare a interessare anche le articolazioni periferiche e le entesi (vale a dire i punti nei quali i legamenti ed i tendini si legano alle ossa, soprattutto all’altezza dei piedi). Inoltre, in determinati casi i sintomi possono manifestarsi anche in altri organi: ad esempio la presenza di uveite (altro disturbo che si può associare alla malattia) può provocare arrossamento e dolore dell’occhio, con quest’ultimo che diventa molto sensibile alla luce. Si tratterebbe proprio delle condizioni che sono state descritte dal poeta marchigiano nelle sue lettera e sulle quali il Professor Sganzerla avrebbe basato la sua teoria. Nello specifico si tratta di sintomi come i disturbi urinari e visivi, la deformità spinale, oltre alle complicazioni di natura polmonare o cardiopolmonare, fino ad arrivare alle condizioni fisiche che hanno accompagnato l’ultimo Leopardi che doveva fare i conti con la cifosi dorsale.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.