Giada Zanola, spunta l’ipotesi del ricatto, le amiche: “Temeva diffusione…”
Nelle prossime ore si farà chiarezza su un altro sospetto che riguarda la morte di Giada Zanola precipitata dal cavalcavia della A4. L’ipotesi è che il suo ex fidanzato accusato di omicidio volontario aggravato, fosse intenzionato a fare qualcosa che avrebbe messo in grandi difficoltà l’ex compagna. Ma di cosa si tratta? Ecco cosa riporta tg24.sky.it.
Il possibile ricatto di Andrea Favero
Andrea Favero pare fosse intenzionato a diffondere online alcune foto intime della vittima. La necessità di indagare su questo aspetto si coglie nella dichiarazione firmata dal pm Giorgio Falcone: “Gli aspetti relativi alla possibile divulgazione di filmati aventi contenuti sessualmente espliciti sarà oggetto di ulteriori approfondimenti in sede di perizia informatica“.
Cosa dicono le amiche della vittima
I timori della ragazza sono stati confermati dalle amiche di Giada Zanola, che hanno informato la polizia di indagare sull’accaduto. Intanto, Favero ha cambiato avvocato: non più Laura Trevisan liquidata dopo sole 24 ore dall’incarico ricevuto, ma un altro legale, la cui identità non è stata ancora svelata.
Gli smartphone
Il cellulare di Andrea Favero è stato sequestrato. E’ stato aperto e copiato per verificare eventuali messaggi violenti o minacciosi inviati all’ex compagna, mentre lo smartphone della vittima non è stato ancora ritrovato. La Procura attende che la compagnia telefonica segnali le telefonate fatte alla 34enne nei giorni precedenti e successivi alla morte. Al momento sono in corso le indagini della Squadra Mobile di Padova ed è possibile che vengano interrogati parenti e amici della donna, tra cui il nuovo compagno, con il quale Giada avrebbe dovuto iniziare a lavorare al distributore di benzina due giorni fa.
Accertamenti tossicologici
Intorno alle 20 di ieri, 31 maggio, è stata completata l’autopsia. Il medico legale (prof. Marco Terranova) ha prelevato campioni di tessuto per gli esami tossicologici, ma non ha fornito una dichiarazione preliminare sui risultati iniziali. All’esame autoptico hanno partecipato anche l’avvocato difensore di Andrea Favero e i familiari della vittima. Gli accertamenti tossicologici sono importanti anche per accertare se Giada Zanola sia stata stordita con farmaci o altre sostanze prima di morire. Oppure avvelenata lentamente, come lei stessa aveva confidato alle amiche di temere.
Andrea Favero resta in carcere
Mentre proseguono le indagini, Andrea Favero resta in carcere, anche se il fermo del pm motivato soprattutto col “pericolo di fuga” non è stato convalidato dalla Gip Laura Alcaro. Tuttavia, quest’ultima ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare che lo tiene in cella. La decisione si basa su indizi gravi, precisi e concordanti di colpevolezza nei confronti del 39enne. Nell’interrogatorio di garanzia, dove c’era anche il pm Giorgio Falcone, Favero ha preferito non parlare né ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. La difesa ha chiesto un’attenuazione della misura cautelare, che non è passata. Non esiste un pericolo di fuga che nel provvedimento del pm era stato legato al fatto che Favero era un camionista che andava anche all’estero, ma tutto il resto dell’impianto accusatorio, costruito con le indagini e le parziali ammissioni fatte da Favero, resta in piedi. In pratica, per poter lasciare il carcere, l’accusato di omicidio dovrà dimostrare di voler collaborare alla ricostruzione delle ultime ore di vita di Giada Zanola. fino a quando il suo corpo è caduto sulla carreggiata dell’autostrada dal ponte sovrastante. In attesa del via libera dei funerali di Giada Zanola, che non avranno luogo a breve, dopodomani il sindaco di Vigonza, comune padovano dove abitava la vittima, ha organizzato una fiaccolata serale con partenza nel punto del cavalcavia dal quale la donna è precipitata o per meglio dire buttata sull’Autostrada Venezia-Padova.
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