Le ultime sulla scomparsa di Gianluca Di Gioia: ecco in che modo lo squalo ha attaccato il romano a Marsa Alam
Continua a tener banco il “caso Gianluca Di Gioia“, il cittadino romano in vacanza a Marsa Alam (Egitto) dove è stato ucciso nelle scorse ore dall’attacco di uno squalo tigre lungo 2,5 metri: il 48enne residente in Francia si trovava in vacanza nel Paese africano e nella mattinata del 29 dicembre, mentre faceva snorkeling in uno dei tratti più suggestivi della barriera corallina, è avvenuto l’incontro fatale con il grande animale. Nonostante l’intervento di Peppino Fappani, che ha provato a salvarlo riportando a sua volta É stata immediatamente aperta un’indagine per ricostruire l’accaduto ma intanto, come riportato da tg24.sky.it, prende piede una scioccante ipotesi sull’incidente.
L’ipotesi di Nagub Sawiris
Secondo Naguib Sawiris, imprenditore egiziano e uno degli uomini più ricchi d’Africa, a causare l’incidente sarebbero state le barche da pesca commerciali che hanno scaricato i loro rifiuti in mare, attirando lo squalo. In un messaggio su X, infatti, Sawiris ha scritto che la pesca commerciale dovrebbe essere vietata in questa zona turistica e ha sottolineato che i ricavi del settore sono più importanti delle barche che distruggono la barriera corallina. In ogni caso Gianluca si sarebbe allontanato un po’ troppo dalle zone “protette” del mare egiziano e, di conseguenza, le possibilità di attacco di squalo sono aumentate esponenzialmente.
La tipologia di squalo “killer”
Dai primi elementi dell’inchiesta emerge che ad attaccare Gianluca sia stato uno squalo tigre, specie che il Ministero dell’Ambiente aveva posto sotto sorveglianza e tracciamento satellitare l’anno scorso, dopo un incidente simile che ha riguardato un turista russo. Sotto sorveglianza erano stati messi tre tipi di squali del Mar Rosso: “Il tigre, il mako e l’oceanico”
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Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.