Nuove prove inchiodano Filippo Turetta, ecco cosa avrebbero scoperto i Carabinieri Ris di Parma
Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, è stato arrestato e si trova ora nel carcere di Montorio (Verona) a disposizione delle autorità giudiziarie. Tuttavia, ovviamente, il caso non è affatto chiuso e gli inquirenti stanno continuando a raccogliere indizi, prove e testimonianze in grado di inchiodare il 22enne veneto e arrivare al processo con il maggior numero di elementi possibili. Per Turetta si apre la strada dell’ergastolo ma il suo legale potrebbe ricorrere a diversi stratagemmi per alleggerire la pena, intanto emergono nuove prove contro il ragazzo. Ecco di cosa si tratta, come riportato da Adnkronos.
Novità dai Carabinieri Ris
I Carabinieri Ris di Parma, infatti, hanno comunicato di aver rinvenuto ulteriori elementi che aggravano la posizione di Turetta: questo è quanto emerge da fonti vicine alla Procura che indaga sul caso, proprio a poche ore dall’interrogatorio di garanzia (previsto per domani) a cui dovrà sottoporsi l’accusato. “Turetta dovrà spiegare – fanno sapere gli inquirenti – perché aveva 300 euro con se, perché aveva comprato online il nastro adesivo utilizzato per impedire a Giulia di urlare, perché avrebbe studiato possibili percorsi di fuga e perché si fosse procurato dei sacchi neri, trovati accanto al corpo abbandonato tra le rocce vicino al lago di Barcis“.
Le tre strade di Filippo Turetta
Gli indizi lasciano spazio a poche interpretazioni: Filippo Turetta ha colpito, sequestrato e ucciso Giulia Cecchettin, abbandonando il suo cadavere in una zona che sarebbe stata chiusa (per neve) fino ad aprile 2024, mesi durante i quali il killer avrebbe avuto di riorganizzarsi in qualche modo. Fortunatamente il corpo senza vita della ragazza è stato scoperto prima e ora, alla luce dell’interrogatorio del Gip, Turetta può rimanere completamente in silenzio, rispondere alle domande con chiarezza o semplicemente dire “si” o “no”.
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LA STRADA VERSO L’ERGASTOLO
A “disegnare” la strada verso la condanna all’ergastolo, per Filippo Turetta, è stato nei giorni scorsi anche il conduttore del programma “Quarto Grado” Gianluigi Nuzzi il quale ha ricordato che “dalle carte emergono elementi che potrebbero far scattare l’aggravante della premeditazione. La premeditazione sarebbe un passo verso l’ergastolo”. A confermare il tutto saranno poi i legali nelle opportune sedi.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.