
Giulia uccisa dal pitbull
Si parla ancora della piccola Giulia di appena nove mesi che è stata sbranata dal pitbull di famiglia, nella notte di sabato 15 febbraio 2025. Ricordiamo che la tragedia si è consumata ad Acerra, comune del napoletano, in casa, mentre il padre dormiva con la piccola e la madre si trovava sul posto di lavoro. Ecco cosa ha detto il medico Emanuele Leo a proposito dell’arrivo della bimba in ospedale.
Come è arrivata in ospedale la piccola Giulia: le parole del medico che l’ha visitata
Come riporta open.online Emanuele Leo è il medico che ha avuto la triste sorte di vedere per primo la piccola Giulia, quando il padre 24enne l’ha portata in ospedale, consegnandola nelle sue mani la notte del 15 febbraio al pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori, ad Acerra. Il medico racconta che il pitbull ha afferrato il collo della bimba con le sue fauci e l’ha sballottata fino a spezzarle il collo. La bambina di nove mesi era già deceduta da mezz’ora quando è arrivata in ospedale, dice sempre il medico.
Il padre dormiva profondamente
Secondo la ricostruzione fornita dal medico del pronto soccorso, il padre della piccola Giulia, Vincenzo Loffredo, giunto alla clinica in stato di shock, stava dormendo profondamente quando il cane ha aggredito la figlia. Al momento, il giovane uomo è indagato a piede libero per omicidio colposo e per omessa custodia e vigilanza del suo animale. Le analisi hanno rivelato un uso di cannabis da parte sua, mentre resta da chiarire l’assenza di macchie di sangue sul pavimento della camera. Le impressioni espresse da Leo sono state confermate dal medico legale, che ha dichiarato che Giulia è giunta in ospedale in arresto cardiaco, e poi ha aggiunto: “Se si è rotta il collo, le manovre che abbiamo tentato di effettuare sono risultate superflue“.
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Giulia in arresto cardiaco da 20-30 minuti
Il medico del pronto soccorso ha raccontato di aver provato comunque a rianimare la piccola: ” La bimba è arrivata da noi già con la noce del collo rotta“. Osservando la pelle della bambina di nove mesi, risultava evidente che l’arresto cardiaco fosse in corso da diverso tempo. Il medico fa sapere che le marezzature sono dei segni clinici che evidenziano il fatto che la persona è già da diverso tempo in arresto cardiaco. La pelle in questi casi già comincia a colorarsi di strisce rossastre. Il medico conclude dicendo che la bambina era in arresto cardiaco almeno da venti minuti, mezz’ora.
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