Il commovente biglietto dei genitori e del fidanzato di Sofia Stefani: "Sappi che..."

La dedica dei genitori e del fidanzato di Sofia Stefani, la vigilessa uccisa qualche giorno fa ad Anzola

Un biglietto vicino a fiori lasciati fuori dal comando dai genitori e dal fidanzato di Sofia Stefani, 33enne uccisa da un colpo di pistola sparato dalla pistola di ordinanza dell'ex comandante Giampiero Gualandi, attualmente in carcere. Anzola dell'Emilia (Bologna), 19 maggio 2024. ANSA/FEDERICO BALLETTI (NPK)
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Il toccante biglietto dei familiari e del fidanzato di Sofia Stefani, uccisa pochi giorni fa

Continua a tener banco il caso Sofia Stefani, la vigilessa uccisa tragicamente in una caserma di Anzola (Bologna) dal vigile Giampiero Gualandi: il 60enne ha esploso un colpo di pistola (da capire in che dinamiche) che ha stroncato la giovane Sofia, lasciando nella disperazione i familiari e il suo fidanzato. Proprio i genitori e il compagno di Sofia hanno scritto e pubblicato un commovene biglietto di saluto per la giovane, ecco cosa c'è scritto (come riportato da IlRestodelCarlino.it).

Il biglietto per Sofia

“Carissima Sofia – recita il biglietto – nostra unica figlia e amata compagna, dove sei ora? Dopo essere stata violentemente costretta ad abbandonare la vita che generosamente e spassionatamente amavi. Sappi che l'amore da cui sei nata perdura e continua a crescere anche nella insopportabile cornice della tua scomparsa. Una vita intensa ma breve la tua, capace di gioire, amare, forse disprezzare, ma non di odiare. Una vita la cui assenza, per chi l’ha intrecciata a sé, è incolmabile. Sarai sempre con noi e ti ameremo senza tempo“.

Cosa sta succedendo

Giampiero Gualandi intanto è in carcere in attesa del processo: la Procura di Bologna sta lavorando per ricostruire la tragedia e, stando alle indiscrezioni, Gualandi avrebbe sparato involontariamente alla donna mentre puliva la pistola d'ordinanza, anche se quest'ipotesi non convince del tutto gli inquirenti. I due avevano avuto una relazione qualche tempo prima.


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Nel momento dello sparo

Dentro l’ufficio non c'erano telecamere che possano aver ripreso ciò che è successo e le altre persone presenti ieri pomeriggio nell’edificio non avrebbero sentito urla o toni accesi, ma solo lo sparo. La versione del colpo partito accidentalmente, mentre puliva la pistola, è stata ribadita anche in brevi dichiarazioni spontanee nell’interrogatorio alla presenza del suo avvocato ieri sera. Domani avrà occasione di chiarire meglio la propria posizione, davanti al Gip. Gualandi si trova in carcere, difeso dall’avvocato Claudio Benenati. Il fascicolo è a carico del pm Stefano Dambruoso.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.