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Il Turco, la vera storia della fiction con Can Yaman su Canale 5

"Il Turco", chi è il protagonista Hasan, la storia vera dietro la miniserie di Canale 5, dove è stata girata

Il Turco, la vera storia della fiction con Can Yaman su Canale 5

Il Turco, chi è Hasan

Stasera, martedì 8 aprile 2025, in prima serata, Canale 5 propone la visione della miniserie “Il Turco” con protagonista Can Yaman. Sarà possibile guardare la serie anche in streaming su Mediaset Infinity. Ne “Il Turco”, Hasan è un soldato ottomano che riesce a sottrarsi a una condanna a morte, nel corso dell’assedio di Vienna. Ferito e in fuga, trova salvezza grazie alle erbe curative e miracolose di Gloria, interpretata da Greta Ferro. Hasan viene accolto e rispettato dalla comunità di Moena, quindi decide di ricambiare la loro generosità sostenendo una rivolta contro i loro oppressori.

La storia vera dietro la serie Il Turco

Come riporta mediasetinfinity.mediaset.it, il secondo assedio ottomano di Vienna narrato nella serie “Il Turco” ebbe luogo tra l’11 e il 12 settembre 1683. In questa epica battaglia avvenne lo scontro tra le truppe alleate, formate da austriaci, polacchi e tedeschi e guidate da Giovanni III Sobieski, contro l’esercito ottomano che faceva capo a Kara Mustafa Pascià. Tutto iniziò il 14 luglio 1682, quando tra i 150 e i 300mila soldati turchi circondarono la capitale austriaca. In quel momento, le forze europee potevano contare solo su 75mila uomini. Per questa ragione, il destino di Vienna sembrava già segnato, i turchi si trovarono davanti a una scelta cruciale: saccheggiare la città e trascorrervi la stagione invernale, oppure conquistarla e annettere l’Austria orientale all’impero Ottomano. Nonostante le pressioni da parte dei soldati turchi e dei loro generali, Kara Mustafa decise di non rafforzare le difese del campo. Il condottiero, infatti, rappresentava soltanto una frazione della corte e si trovava in contrasto con giannizzeri, dervisci e qualsiasi movimento musulmano tollerante ed eterodosso. Inoltre, molti dei più illustro generali ottomani, veterani di tante campagne e dotati di grande carisma tra le truppe, si erano opposti all’impresa fin dall’inizio.

La battaglia

La battaglia cominciò all’alba: cercando di fermare il dispiegamento delle forze della Lega Santa, i turchi furono i primi a iniziare le ostilità. La parte più addestrata dell’esercito del Gran Visir, già indebolita da diverse epidemie, si trovò a combattere in una condizione di significativa inferiorità e stanchezza. L’esercito ottomano, ormai senza forze, era partito per la guerra l’autunno precedente, dopo lunghe marce che avevano avuto inizio in Valacchia, Crimea, Mesopotamia, Armenia e Costantinopoli. Gli ottomani si trovarono con l’elite delle loro truppe, i giannizzeri, schierata in posizioni poco utili. A quel punto, Kara Mustafa prese atto che la battaglia era ormai persa, ma ciò nonostante decise di entrare a Viennna, infliggendo così all’alleanza lo smacco di occupare la città proprio quando le sorti della battaglia iniziavano a volgere a favore dei cristiani. Da quel momento, i soldati turchi cominciarono a ribellarsi: da oltre 60 anni erano in disaccordo con la politica del governo, che, per ridurre il loro peso, li inviava a combattere in guerra quasi suicide. Tra i protagonisti della vittoria, oltre al re polacco, si distinse anche il frate cappuccino Marco D’Aviano, il quale, incaricato da Papa Innocenzo XI, nella primavera del 1683 incoraggiò i sovrani cattolici a unirsi in una Lega Santa per controbattere all’avanzata turca. Alla fine, gli ottomani subirono una perdita di circa 45mila uomini tra assedio e battaglia, a fronte dei 15mila della coalizione occidentale. Dopo aver fatto impiccare Ibrahim di Buda, privando i turchi del loro unico generale in grado di gestire una ritirata, Kara Mustafa morì a causa dei suoi errori di strategia e di tattica: il 25 dicembre, per ordine del sultano Mehmed IV, fu strangolato a Belgrado. Questa battaglia rappresentò un punto di svolta nelle guerre ottomane-asburgiche, segnando una vittoria a favore degli europei ma anche l’arresto dell’espansionismo ottomano in Europa, inaugurando così la loro estromissione dai Balcani.

Dove è stato girato Il Turco?

Grazie a una gestione esemplare delle politiche ambientali, l’amministrazione del comune di Moena è diventata un modello di riferimento. Questa cittadina che ha conquistato obiettivi ambiziosi nella gestione di edifici pubblici, ciclo delle acque e visibilità, territorio ed energia, si distingue anche per il suo impegno verso un turismo sostenibile e una dolce mobilità, facendola parte delle Alpine Pearls. Moena, un paese di 2.570 abitanti, si trova nella provincia autonoma di Trento, nel Trentino-Alto Adige, all’interno dell’affascinante Val di Fassa. Con altri 18 comuni, Moena forma la Ladinia, uno dei 6 territori che formano il Comun General de Facia e uno degli 11 della Magnifica Comunità di Fiemme. Moena si trova a 1.184 metri sul livello del mare e rappresenta un gioiello incastonato tra le Dolomiti, circondata dai magnifici gruppi montuosi della Cima Bocche, del Catinaccio, del Latemar e della Marmolada. Nel comune si parla il moenat, una variante del dialetto fascian, entrambi derivati di origine ladina. La cultura, le tradizioni e la lingua locali sono tutelate dall’Istituto Culturale Ladino. Un’altra peculiarità interessante di Moena è il rione Turchia, il cui nome sembra derivare dalla presenza di torchi utilizzati per la lavorazione della canapa. Tuttavia, una leggenda narra che questo nome possa essere collegato a un soldato che si rifugiò a Moena dopo la sconfitta ottomana, avvenuta al termine dell’assedio di Vienna.

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Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.

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