Tre diverse novità introdotte negli ultimi due anni e la pensione a 64 anni nel 2025 diventa molto più facile rispetto a prima
Grazie ad alcune novità che sono state introdotte dal governo con la nuova legge di Bilancio, andare in pensione prima nel 2025 sarà possibile o comunque sarà molto più facile rispetto agli anni precedenti, anche per chi ha compiuto 64 anni, vale a dire tre anni in anticipo rispetto ai requisiti ordinari. Insomma, chi compirà 64 anni non dovrà attendere l’arrivo del 2028 per uscire dal mondo del lavoro e godersi la meritata pensione.
Le novità
Si potrà andare in pensione prima grazie alla pensione anticipata contributiva per ottenere la quale, saranno sufficienti 64 anni di età e 20 anni di contributi versati a patto però che l’assegno maturato dal richiedente non risulti inferiore a tre volte l’importo dell’assegno sociale in vigore nell’anno di uscita. Le ultime novità hanno rimodulato gli importi dell’assegno da maturare per andare in pensione prima. Ad esempio, per le lavoratrici che hanno avuto un figlio, tale importo dovrà risultare pari ad almeno 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale.
Le altre possibilità per andare in pensione anticipatamente: come colmare i vuoti contributivi
Il requisito scende ancora di più per quelle lavoratrici che hanno più di un figlio, per le quali sarà sufficiente aver maturato un assegno pari a 2,6 volte l’assegno sociale per poter andare in pensione prima. L’ultima legge di Bilancio, per il biennio 2024 e 2025, prevede la possibilità di coprire i vuoti contributivi nel periodo intercorrente tra l’anno di prima iscrizione e il 31 dicembre 2023. Insomma, chi vuole andare in pensione ma non ha un numero sufficiente di annualità versate, potrà colmare la lacuna onerandosi delle somme mancanti fino ad un massimo di 5 anni complessivi. In questo modo sarà possibile raggiungere i 20 anni di contributi totali e ottenere la pensione.
La rendita integrativa
La pensione a 64 anni si potrà ottenere nel 2025 anche grazie alla rendita integrativa. Non sempre, infatti, con 20 anni di contributi versati, si può raggiungere un assegno pari a 2,6, 2,8 o 3 volte l’assegno sociale. Per questa ragione chi vorrà ottenere una pensione da 1.800 euro circa (3 volte l’assegno sociale), potrà utilizzare la rendita proveniente dai fondi pensione. Tradotto in parole semplici l’INPS dovrà tenere in considerazione anche la rendita dai fondi integrativi dove il contribuente ha versato nel computo dei contributi per la maturazione della soglia minima.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.