L’incumulabilità è costata carissima ad un pensionato reo di avere accettato la proposta di lavoro di un amico
Ha davvero dell’incredibile la vicenda misteriosa di Michelle Ferretto, il pensionato di Mestre che è stata raccontata nell’edizione odierna del Corriere della Sera. L’uomo si è visto chiedere dall’Inps la restituzione di ben 12.600 euro. La richiesta esosa dell’ente previdenziale sarebbe legata al fatto che l’uomo ha svolto un lavoro occasionale che gli ha fruttato un guadagno di sole 1.600 euro contravvenendo alla legge che invece prevede la non cumulabilità della pensione con redditi da lavoro dipendente, a meno che non provengano da lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000 euro lordi annui.
L’errore commesso dal pensionato
Il fatto si è svolto nel giugno del 2021, quando Ferretto ha accettato la proposta di un amico di svolgere un lavoro per la propria agenzia al fine di mettere da parte qualche soldo in più. Come ha spiegato al Corsera lo stesso pensionato si è trattato di «un contratto a chiamata. Lui sapeva che ero andato in pensione con quota 100 – ha spiegato Ferretto – di certo non sapeva che avrei potuto lavorare solo tramite ritenute d’acconto, come me d’altronde».
Il pensionato sta pagando a rate
L’errore commesso è stato quello di firmare il contratto e prestare servizi occasionali per la modica cifra di 320 euro al mese. La richiesta esosa dell’Inps è arrivata nel novembre 2023 e corrisponde all’intero importo della pensione percepita quell’anno. L’Inps, per venirgli incontro, gli ha consentito di restituire la cifra richiesta in 60 mensilità, per un importo di 210 euro al mese. Di certo questa richiesta è stata una brutta tegola per l’incauto pensionato anche perchè ha già un mutuo da pagare e un figlio da mantenere.
Cosa dice l’attuale normativa
In base a quanto disposto dalla legge vigente, per i pensionati con quota 100, 102 e 103, la pensione non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente, ma solo con redditi derivanti da lavoro occasionale. Tutti quei redditi che derivano da ogni attività lavorativa possono comportare l’immediata sospensione del pagamento della pensione e la richiesta di quanto già erogato
nell’anno di produzione dei predetti redditi.
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